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Si candida come prof all’Università e si presenta solo lui: la cattedra va al figlio dell’ex rettore. Le accuse sui tempi sospetti e il bando «su misura»

19 Dicembre 2025 - 13:47 Ugo Milano
verona universita cattedra nocini
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Secondo la denuncia di due associazioni di ricercatori e specializzandi, tutta la procedura di costruzione del bando è stata portata avanti quando Pier Francesco Nocini era rettore. Poi, due giorni dopo l’addio, il bando è stato pubblicato e vinto dal figlio

Tra i candidati per la cattedra di professore ordinario di otorinolaringoiatria dell’Università di Verona c’era solo il nome di Riccardo Nocini. Un concorso che il 33enne, già coinvolto in attività didattiche nel Dipartimento di scienze chirurgiche, odontostomatologiche e materno infantili (Discomi), ha ovviamente vinto senza minimamente faticare. Peccato che, fino a due giorni prima della pubblicazione del bando, a capo dell’intero ateneo risultasse Pier Francesco Nocini. La coincidenza ha immediatamente fatto scattare il campanello d’allarme in due associazioni di ricercatori e specializzandi, che hanno segnalato il tutto all’Autorità nazionale anticorruzione chiedendo alla nuova rettrice Chiara Leardini di sospendere l’incarico.

Nocini senior, rettore con i piedi in diversi dipartimenti

Per tentare di comprendere a fondo la dinamica della questione, che si costruisce su comunicazioni nascoste e poi disattese, secondo il Corriere bisogna tornare al 2015. A quando, cioè, il dottor Pier Francesco Nocini diventa direttore del neo-istituito Discomi. Nel 2019 il professore assume la carica di Rettore dell’ateneo, ma non recide i legami con il Dipartimento di scienze chirurgiche. Anzi, continua in contemporanea a occupare alcuni incarichi. Nel marzo 2023 viene inquadrato nel Dipartimento di ingegneria per la medicina di innovazione, un nuovo dipartimento da lui voluto e creato con un decreto rettorale approvato su delibera del consiglio d’amministrazione da lui presieduto. 

Il bando e il requisito dei candidati «esterni»

Il primo riferimento al concorso da professore ordinario arriva il 13 febbraio 2024, quando il Discomi delibera nel suo consiglio interno la «proposta di chiamata per esigenze di ricerca scientifica e di didattica», che sarebbe dovuta avvenire tramite «procedura selettiva riservata a esterni». E, quindi, a tutte quelle persone che negli anni precedenti non hanno mai avuto nulla a che fare con l’ateneo. Due settimane dopo, il 27 febbraio, il Senato accademico approva la procedura ma riformula la motivazione del concorso. In questo caso si fa riferimento alla prevista apertura della Scuola di audiologia e al potenziamento della specializzazione in otorinolaringoiatria. I requisiti, in particolare quello di essere «esterno» all’università di Verona, non viene nemmeno toccato. 

Il concorso vinto e il metodo selezione cambiato su misura

Il 17 giugno 2025, come hanno sottolineato le associazioni, il Consiglio di dipartimento approva il bando con una delibera che non viene resa pubblica. Il 22 settembre arriva il decreto rettore, firmato non da Pier Francesco Nocini – che pure fino al 30 settembre continua a mettere il suo nome su altri provvedimenti – ma dal prorettore vicario. Il 3 ottobre, in ritardo di dieci giorni rispetto all’ufficialità del decreto, viene pubblicato il bando, quando ormai Nocini senior non è più formalmente rettore. L’unico partecipante è proprio il figlio 33enne, che si aggiudica così la cattedra pur non rientrando nel requisito essendo un «interno» all’ateneo. Questo ostacolo è stato aggirato cambiando in corsa la metodologia della selezione, ampliata agli interni purché non fossero già professori ordinari. Nell’ipotesi segnalata all’Anac, si tratterebbe di una violazione della riforma Gelmini, che vieta la partecipazione alle selezioni universitarie ai parenti fino al quarto grado del Rettore o di docenti del dipartimento che pubblica il bando.

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