Ultime notizie Famiglia nel boscoJeffrey EpsteinUcrainaVladimir Putin
SALUTEAlimentazioneFarmacieMar Mediterraneo

Dieta mediterranea? Sì, ma ripensata. Che cos’è la «Pharma Diet» e perché gli italiani scelgono sempre più frutta

22 Dicembre 2025 - 11:42 in collaborazione con  Orsero
frutta-orsero-pharma-diet
frutta-orsero-pharma-diet
Quasi 16 milioni di italiani seguono un regime alimentare che bilancia gusto e benessere. Cosa cambia nella scelta dei frutti e delle proteine

Tra stili di vita che cambiano e nuovi alimenti che arrivano sul mercato, il cibo non è più soltanto nutrimento: è benessere, identità, cura di sé. Secondo gli ultimi dati, quasi 16 milioni di italiani seguono una Pharma Diet, ossia un regime alimentare controllato, in cui ogni pasto si trasforma in un servizio di misura e consapevolezza, bilanciando gusto e benessere. In questa cornice, frutta e verdura tornano a svolgere un ruolo centrale. Con il fresco che diventa sinonimo di autenticità e salute, il consumo di prodotti ortofrutticoli cresce, spinto anche da un’attenzione sempre crescente alla naturalità degli alimenti.

Come cambia il consumo della frutta

A confermarlo è anche la ricerca commissionata da Orsero, leader nell’Europa mediterranea per l’importazione e la distribuzione di prodotti ortofrutticoli freschi, all’istituto di ricerca Ipsos e intitolata Dare buoni frutti – Gli italiani e le “nuove” abitudini di consumo di frutta. Dall’analisi emerge come la frutta sia diventata ormai parte integrante di ogni dieta, indipendentemente dallo stile alimentare. Gli italiani consumano in media sette tipologie diverse di frutta al mese. E se mele e banane restano punti fermi — entrambe scelte dal 78% del campione — emerge con forza una crescente apertura verso nuove varietà. Le fragole raggiungono il 59%, i kiwi il 40%, mentre i frutti di bosco arrivano al 21%, sostenuti da una qualità sempre più stabile nell’arco dell’anno. Accanto alle referenze tradizionali cresce poi l’interesse per frutta esotica e funzionale: l’ananas sale al 31%, l’avocado al 17% e lo zenzero al 12%. 

Il gusto e la praticità più importanti del prezzo

L’aumento non riguarda tanto le quantità totali di frutta consumata, quanto il mix delle scelte. Negli ultimi quindici anni, il consumo complessivo di frutta è rimasto tutto sommato stabile, ma si è spostato dalle categorie più classiche verso prodotti considerati più moderni o funzionali. L’avocado, per esempio, beneficia della familiarità maturata durante alcuni viaggi all’estero, mentre i frutti di bosco diventano uno spuntino ideale per chi segue regimi proteici grazie al loro profilo nutrizionale. Anche i driver di scelta si evolvono: la stagionalità rimane un valore per oltre la metà degli intervistati, ma viene superata quando qualità e continuità sono percepite come elevate. La ricerca Orsero-Ipsos, piuttosto, mette in luce un desiderio di praticità, con elementi come il rapporto qualità-prezzo e la fruibilità nell’arco della giornata che diventano fattori decisivi. Anzi: secondo lo studio, il consumo di frutta aumenterebbe ancora di più se si trovassero più soluzioni pronte al consumo.

Sempre più supermercato, ma i piccoli fruttivendoli non arretrano

Per due italiani su tre – il 66% – il supermercato resta il luogo deputato per l’acquisto della frutta. Una scelta coerente con la sempre maggiore attenzione per i prodotti confezionati, che rendono più veloce l’acquisto. Il consumatore, inoltre, preferisce la grande distribuzione per la maggiore varietà di prodotti ortofrutticoli (33%) e la libertà di azione e l’autonomia di scelta (32%). Restano centrali, però, anche i fruttivendoli di prossimità e i mercati rionali. Chi opta per queste due opzioni lo fa perché trasmettono una percezione di freschezza più elevata (46%) o perché permettono di giovare del consiglio del negoziante (28%).

La dieta mediterranea «flessibile» e l’attenzione alle proteine

Se la ricerca Orsero fotografa i cambiamenti nel carrello, il Rapporto Coop 2025 ne spiega le motivazioni culturali. Dall’ultima ricerca emerge come la dieta mediterranea continui a rappresentare un riferimento per molti italiani, che però la reinterpretano in modo più flessibile rispetto al passato. Questo processo è alimentato da un forte ritorno dell’attenzione alla salute: la cura di sé diventa un elemento fondamentale per decidere cosa mangiare, talvolta anche più del prezzo, e porta a privilegiare prodotti freschi, naturali e a elevato profilo nutrizionale. In questo scenario si inserisce anche il fenomeno del cosiddetto protein thinking, sempre più diffuso in quasi tutte le fasce d’età. L’attenzione alle proteine – che siano animali, vegetali o derivate da yogurt — sta ridisegnando la composizione dei pasti e rende la frutta un complemento ideale. Tendenze cui la stessa Orsero va incontro da anni producendo e distribuendo ormai oltre 300 diverse referenze tra i prodotti ortofrutticoli. Mettendo al primo posto tra le priorità qualità, freschezza e sostenibilità. 

Foto copertina: Pixabay/Romica Raicu

leggi anche