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Il 15enne picchiato e rapinato a Milano: «Potevano ucciderlo, nessuno l’ha aiutato»

23 Dicembre 2025 - 08:38 Alba Romano
5enne picchiato rapinato milano
5enne picchiato rapinato milano
La madre: è stato per venti minuti in balia della baby gang. Ha chiesto aiuto, ma tutti lo hanno ignorato

«Siamo molto arrabbiati» . La mamma del 15enne rapinato in corso Buenos Aires parla per tutta la famiglia con Repubblica per raccontare cosa è successo a suo figlio. Sono arrabbiati con gli aggressori, «che sono il refuso di un’onda, e che avranno la vita rovinata. Usciranno peggio di prima. Ma siamo arrabbiati soprattutto per altro». Ovvero: «Nostro figlio ha implorato aiuto lungo tutto il percorso, senza trovare nessuno che intervenisse. Questa grande indifferenza proprio ci fa rabbia. Nostro figlio è svuotato come un sacco».

Il 15enne rapinato in corso Buenos Aires a Milano

Il figlio, dicono, «ci chiede di continuo: ma la gente come sta? È il suo mantra. Insiste: perché non mi hanno aiutato, perché se ne sono sbattuti? Perché?». Il ragazzino è rimasto ostaggio per venti minuti: «Hanno visto in tanti. Decine di persone. E poi magari sono le stesse che, tornando a casa, versano una lacrima vedendo le scene che arrivano dai teatri di guerra. Legittimo. Ma, non appena vedono un ragazzino rimasto scalzo, a 4 gradi, non fanno nulla. Non chiamano il 112, non seguono questo gruppo magari nascondendosi dietro a un palo, nulla. Poteva morire, mio figlio. Hanno avuto più coraggio i suoi amici».

Gli amici

Gli amici infatti hanno dato l’allarme «rifugiandosi in una pizzeria, e sa perché? Due settimane fa altri tre amici del gruppo sono finiti in ospedale, presi a pugni in piazza Leonardo da Vinci. Hanno ancora i punti a una mano. Si sono spaventati, si sono rifugiati per non prenderle». Ma quelli del locale «li hanno lasciati entrare e uscire senza intervenire. E lo stesso è capitato per strada. Facevano gesti, chiedevano aiuto. Proprio come mio figlio, che non poteva urlare, ma con lo sguardo cercava gli occhi di ogni passante che incrociava. Niente».

Il ragazzo

Il ragazzo adesso sta bene: «Paradossalmente non gli fa paura il fatto di essere stato aggredito. Pensi che in caserma si è impietosito quando ha visto i quattro arrestati. Mi ha detto: mamma, e adesso cosa faranno loro? Ha il pensiero fisso, perché lui è cresciuto sapendo che gli adulti aiutano i ragazzi in difficoltà. Ha sperimentato l’altra faccia della città. È deluso» . Come loro. «Tranne di una cosa. I carabinieri che sono intervenuti sono stati splendidi. Erano in due contro quattro, hanno chiamato rinforzi e li hanno presi tutti. Si sono spesi fino a notte fonda e con noi sono stati paterni. Da encomio».