Vino senza alcol, c’è il via libera del governo. Ecco il decreto: «Non è una moda, ma un cambiamento di lungo periodo»

Sono state fissate, dopo un anno di confronti e scontri, le regole per la produzione di vino dealcolato. Le ha fissate un decreto interministeriale Mef e Masaf, che per la prima volta ha definito il quadro fiscale e le accise applicabili alla produzione di vino senza alcol o a bassissima gradazione. Grazie al provvedimento, le imprese italiane – su tutte le cantine cooperative – possono iniziare a operare in questo nuovo campo avendo pari opportunità e competitività rispetto a tutti gli altri concorrenti europei.
Cosa stabilisce il decreto sul vino dealcolato
Il decreto introduce definizioni specifiche che dividono in differenti categorie i produttori in base ai volumi annui – superiori o inferiori ai mille ettolitri – andando così a delineare un sistema organizzato in funzione delle dimensioni produttive. Il provvedimento disciplina anche le modalità di rilascio dell’autorizzazione per la produzione e la conservazione del vino dealcolato, così come gli adempimenti amministrativi necessari e le regole per la circolazione del prodotto. Il testo stabilisce poi quali sono i limiti delle attività accessorie, e consente esclusivamente quelle direttamente funzionali alla produzione del vino a bassissima o zero gradazione alcolica.
La soddisfazione di Lollobrigida: «Raggiungeremo eccellenza»
«Con questo decreto diamo al settore vitivinicolo un quadro normativo chiaro per poter produrre i vini dealcolati e offrire così nuove opportunità alle imprese del settore», ha festeggiato il traguardo il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. «Il ministero è al fianco dei produttori e lo dimostrano gli interventi fatti nell’ultimo anno. Sono certo che i nostri produttori sapranno raggiungere posizioni di eccellenza anche in questo settore».
La reazione degli imprenditori: «Non è una moda, ma cambiamento di lungo periodo»
Il decreto è stato accolto con ostilità anche dagli imprenditori del settore: «Il via libera al decreto interministeriale rappresenta una bella notizia di fine anno dopo un 2025 travagliato per il settore», ha commentato al Corriere Paolo Castelletti, segretario generale di Unione italiana vini. Luca Rigotti, presidente del settore vinicolo di Confcooperative Federagripesca, ha insistito sull’importanza di investire nel settore del vino dealcolato: «Non può essere considerata una moda, è un cambiamento di lungo periodo».
