Libia: attentato al ministero degli Esteri, sei morti e ventuno feriti

Sarebbero di origine subsahariana i cinque assalitori responsabili dell’attacco alla sede governativa, la mattina di Natale. L’attentato è stato rivendicato dall’Isis

Sono cinque i terroristi che hanno attaccato il Ministero degli Esteri libico a Tripoli, la mattina di Natale. Due di loro si sono fatti esplodere, un terzo è stato ucciso all’esterno dell’edificio e – secondo alcune fonti – sarebbero stati uccisi anche gli altri due uomini del commando. Tre le vittime accertate tra i civili: Hibraim Shibani, diplomatico e direttore generale del Dipartimento relazioni islamiche del Ministero degli Esteri libico e due dipendenti civili libici. L’attentato è stato rivendicato dall’Isis.


Il ministro degli esteri Mohemed al-Taher non si trovava dentro all’edificio al momento dell’attacco, ma in visita con il primo ministro Fayez al-Sarraj alla città di Zawiya, secondo alcuni fonti del ministero. Le forze libiche hanno preso controllo dell’area, tutti i dipendenti sono stati evacuati e la situazione sembra essere tornata alla normalità. I terroristi che hanno condotto l’attacco sarebbero di origine subsahariana, come gli autori dell’assalto alla sede della Noc (National oil corporation) lo scorso settembre.


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Libya Times | L’attacco nel centro di Tripoli

Dal 2011, dopo la caduta di Muhammar Geddafi, la Libia è dilaniata da conflitti interni, scontri tra gruppi rivali per riempire un vuoto politico. Il Paese, diviso tra due amministrazioni rivali – una con base a Tripoli e riconosciuta dalle Nazioni Unite, l’altra nella città orientale di Tobruk – è stato vittima negli ultimi anni di diversi attentati. Tra i Paesi interlocutori per il raggiungimento di una stabilità politica figura anche l’Italia.

Proprio il 23 dicembre Giuseppe Conte era volato in Libia per portare avanti la stabilizzazione del Paese sulla base degli impegni presi alla Conferenza Internazionale di Palermo del novembre scorso. Nella sua visita lampo il primo ministro italiano aveva incontrato a Tripoli il presidente Al Serraj e il presidente dell’Alto Consiglio di Stato, Khaled Al Meshri. Si era poi recato a Bengasi per un colloquio con il generale Khalifa Haftar e, infine, a Tobruq dal presidente della Camera dei rappresentanti Aguila Saleh.

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