Egitto: condannata a 2 anni l’attivista vicina alla famiglia Regeni

Nuova sentenza per Amal Fathy, moglie del legale egiziano che assiste i familiari del ricercatore ucciso

“Apprendiamo con sgomento la notizia della conferma da parte della Corte d'Appello di Maadi Misdemeanors della condanna a due anni di carcere ai danni di Amal Fathy, la moglie del nostro consulente legale in Egitto, Mohammed Lotfy". Così la famiglia Regeni ha commentato la notizia della condanna ad Amal Fathy, l’attivista egiziana moglie di Mohamed Lefoty, consulente legale dei familiari di Giulio Regeni.


Il 27 dicembre Amal era stata rilasciata dopo aver passato 8 mesi in carcere. Era stata arrestata a maggio del 2018 con l’accusa di avere legami con i Fratelli Musulmani e di aver diffuso notizie false. Contro la sentenza del tribunale del governatorato di Maadi, potrà ora ricorrere in Cassazione.


La corte d’appello egiziano ha confermato il 30 dicembre la condanna a due anni di carcere dell’attivista per i diritti umani. La 34enne era stata in precedenza condannata per diffusione di notizie false e offensive in relazione a un video postato su Facebook contro le molestie sessuali in cui denunciava un caso che l'aveva riguardata direttamente alla Banca d'Egitto, dove era stata molestata dal personale della sicurezza.

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ANSA|

L’avvocato della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini, ha dichiarato come gli 8 mesi di carcere abbiano causato ad Amal gravissime sofferenze psicofisiche; la donna in questi mesi "è dimagrita 20 chili e soffre di gravi problemi di salute. Non un giorno di detenzione in più sarebbe per lei sopportabile".

"Chiediamo al nostro governo e alle ambasciate dei paesi 'amici' presenti al Cairo di attivarsi immediatamente ed intercedere – chiede la famiglia Regeni – con il presidente al Sisi affinché conceda il perdono e Amal non debba tornare in carcere."

Secondo i familiari di Giulio Regeni, l'italiano ucciso al Cairo tra il gennaio e il febbraio del 2016, l'incarcerazione di Amal sarebbe legata alla battaglia del marito e del team legale egiziano nel chiarire la misteriosa morte del giovane ricercatore. A questo proposito la famiglia di Regeni, rivolgendosi alla coppia, ha dichiarato: "A loro va la nostra commossa gratitudine e la promessa che faremo quanto in nostro potere per liberare Amal e non lasciarla mai sola".