Si sblocca l’assedio dei tre carabinieri fermati da Hamas nella sede dell’ONU di Gaza

I militari italiani erano stati scambiati per agenti israeliani. Fermati lunedì sera, sono stati lasciati andare nel corso della notte. Ora tornano  in Italia. Secondo fonti locali, la vicenda avrebbe preso il via con il mancato arresto dell’auto – con a bordo i tre italiani – a un posto di controllo nel centro di Gaza

Si è risolto nella notte il caso dei tre carabinieri italiani del nucleo scorte del consolato a Gerusalemme che si erano rifugiati nella sede dell’Onu di Gaza City, circondati dalle forze di sicurezza di Hamas. Nella giornata di oggi, dovrebbero rientrare a Roma. 


Il vero e proprio assedio, con attimi di tensione soprattutto nella notte tra il 15 e il 16, è scattato perché le forze di sicurezza locali sospettavano che i tre fossero membri delle “forze speciali israeliane sotto mentite spoglie”. Secondo fonti locali, la vicenda avrebbe preso il via con il mancato arresto dell’auto – con a bordo i tre italiani, nella notte tra il 14 e il 15 gennaio – a un posto di controllo nel centro di Gaza. 


I tre carabinieri, secondo la Radio Militare israeliana, «sono stati inviati dal Consolato italiano a Gerusalemme e mentre erano a Gaza si sono rifiutati di fermarsi a un posto di blocco di Hamas, trovando poi rifugio nella sede dell’Onu».

Fonti della sicurezza palestinese, citati dai media locali, hanno parlato anche di un «inseguimento e di colpi di arma di fuoco». Le forze di sicurezza palestinesi avrebbero circondato la sede dell’Onu, chiedendo conto dell’ingresso di «un veicolo sospetto» e intimando alle autorità delle Nazioni Unite di «consegnare il veicolo». La ragione, secondo le stesse fonti, è che «la Resistenza palestinese ha sospetti sull’identità degli occupanti della macchina ed evoca la possibilità che questi siano unità speciali dell’esercito di occupazione con passaporti diplomatici europei».

L’Onu stessa avrebbe confermato tramite canali ufficiali con il ministero dell’Interno a Gaza che i tre sono «stranieri con cittadinanza italiana e passaporto diplomatico, entrati a Gaza per un lavoro ufficiale». Il lavoro – secondo quanto si è appreso – avrebbe dovuto riguardare l’ispezione di un sito archeologico, in vista di una possibile visita diplomatica.

Fonti della sicurezza di Hamas, riferite da media di Gaza, avrebbero confermato che l’Italia avrebbe inviato informazioni al ministero dell’Interno spiegando che i tre sarebbero «cittadini italiani entrati in missione ufficiale».

Nel corso della notte, all’interno della sede dell’Onu sarebbe entrato anche un team di indagine palestinese che ha condotto «una limitata inchiesta con i tre italiani ed esaminato le armi in loro possesso». Dopo che la zona è stata presidiata militarmente per ore e isolata dal resto della città, la risoluzione del caso: verso l’una di notte passata, terminati i controlli, i carabinieri sono stati lasciati andare. 

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