La Guardia di Finanza indaga su Gucci: «14,5 miliardi di ricavi non dichiarati»

L’inchiesta è partita da Milano, al centro ci sarebbe una «stabile organizzazione occulta» per pagare in Svizzera le tasse su prodotti commercializzati in Italia

Ricavi non dichiarati per 14,5 miliardi di euro. È questa l'accusa contestata dalla Guardia di Finanza di Milano al gruppo francese Kering, specializzato in lusso. Fra i marchi che fanno parte di questo colosso, oltre a Balenciaga e Saint Laurent c'è anche l'italiano Gucci. Secondo il Nucleo di polizia economico finanziaria che si è occupato del caso, l'evasione fiscale arriverebbe a 1,4 miliardi di euro e avrebbe al centro proprio la commercializzazione di prodotti Gucci. Tra il 2011 e il 2017 le imposte italiane sarebbero state aggirate attraverso una società svizzera. 


Secondo le informazioni raccolte dalle Fiamme Gialle, tutto sarebbe avvenuto attraverso una «stabile organizzazione occulta» basata su due società: la Lgi (Luxury Goods International), con base in Svizzera, e la Guccio Gucci spa che invece ha la sede a Firenze. In breve, la Guccio Gucci spa avrebbe concesso alla LGI la distribuzione nel mondo dei prodotti Gucci. In questo modo le tasse pagate sui prodotti commercializzati con l'iconica G sarebbero state quelle svizzere, meno del 9%. Gli investigatori avrebbero accertato che la maggior parte dei prodotti griffati non venivano commercializzati in Svizzera ma a Milano, dove ha sede l'unità locale della Guccio Gucci spa.


Tra gli indagati  dell'inchiesta c'è anche Marco Bizzarri, l'amministratore delegato di Gucci. Secondo gli inquirenti sarebbe stato a capo anche di Lgi, la società con cui è stata realizzata la (presunta) evasione fiscale. Per l'agenzia Ansa l'intera vicenda si potrebbe chiudere anche attraverso un accordo con l'Agenzia delle Entrate, attraverso un maxi risarcimento. 

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