Brasile, crolla una diga: 300 dispersi e almeno 34 morti

Una marea di acqua e fango ha sepolto gli insediamenti sottostanti. Villaggi evacuati: «Poche possibilità di trovare persone ancora in vita»

È di 300 dispersi e di almeno 34 morti accertati il primo bilancio del crollo del sito minerario del colosso Vale nel Minas Gerais, a una sessantina di chilometri da Belo Horizonte, in Brasile. Numeri destinati a crescere: intervistato dalla Bbc, il governatore dello Stato di Minas Gerais, Romeu Zema, ha detto che ci sono poche possibilità di trovare persone ancora in vita. «Probabilmente – ha spiegato – troveremo soltanto i corpi».


Il crollo della diga di Brumadinho è avvenuto il 25 gennaio all'ora di pranzo: fango e detriti hanno travolto la caffetteria dell'impianto dove stavano mangiando centinaia di lavoratori. Parti della città sono state evacuate e i vigili del fuoco hanno soccorso persone con elicotteri e veicoli terrestri, scrive l'Associated Press. Il canale televisivo locale Record TV ha mostrato un elicottero sospeso a pochi centimetri da terra mentre estraeva le persone coperte di fango dai rifiuti.


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«La maggior parte delle persone colpite sono i nostri dipendenti», spiega l'amministratore delegato di Vale, Fabio Schvartsman. «Non sappiamo ancora il numero delle vittime, ma sappiamo che sarà alto». Ignota anche, secondo Schvartsman, la ragione del collasso.

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Vale è la più grande compagnia mineraria brasiliana. Subito dopo la diffusione della notizia, le sue azioni sono diminuite quasi del 10% sulla Borsa di New York. Secondo il sito web G1, la magistratura avrebbe ordinato di bloccare i conti bancari per un totale di un miliardo di reals (233 milioni di euro) in previsione di un risarcimento per le vittime.

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Un'altra diga amministrata da Vale e dalla compagnia mineraria australiana BHP Billiton, ricorda l'AP, è crollata nel 2015 nella città di Mariana, nello stato di Minas Gerais, provocando 19 morti e costringendo centinaia di persone ad abbandonare le loro case. Considerato il peggiore disastro ambientale nella storia del Brasile, ha lasciato 250.000 persone senza acqua potabile. Secondo le stime, 60 milioni di metri cubi di rifiuti hanno inondato i fiumi e alla fine sono confluiti nell'Oceano Atlantico.

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«La storia si ripete», scrive su Twitter Marina Silva, ex ministra dell'ambiente e tre volte candidata alla presidenza. «È inaccettabile che il governo e le compagnie minerarie non abbiano imparato nulla».

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