L'attivista adolescente, simbolo della lotta contro il cambiamento climatico, lancia l'allarme: rimangono solo 12 anni per fermare il surriscaldamento globale
Cosa dice una sedicenne ai potenti del mondo? «Manca pochissimo e i nostri errori saranno irreparabili. A Davos si raccontano storie di successo, ma il successo finanziario ha un costo impensabile. Dobbiamo renderci conto che abbiamo fallito sul cambiamento climatico, tutti – politici e media. Non voglio la vostra speranza, voglio che cediate al panico. Dovete provare la mia paura: non è ancora troppo tardi per agire». Queste le parole di Greta Thunberg, giovane svedese che è diventata volto e voce del movimento Fridays for future: sempre più giovani liceali e universitari stanno protestando per le strade delle loro città, chiedendo interventi definitivi per fermare il cambiamento climatico.
Il governo italiano si spacca sulla crisi in Venezuela. Dopola frattura internazionale tra gli Stati Uniti di Donald Trump e la Russia di Vladimir Putin, anche in l’Italia la situazione politica venezuelana divide, in questo caso gli alleati di governo. Alessandro Di Battista ha commentato su Facebook l‘ultimatum dell’Unione Europea paragonando l’attuale situazione in Venezuela alla guerra in Libia del 2011: «È lo stesso identico schema che si è avuto anni fa con la Libia e con Gheddafi, identico. Qua non si tratta di difendere Maduro. Si tratta di evitare un’escalation di violenza addirittura peggiore di quella che il Venezuela vive ormai da anni. E mi meraviglio di Salvini che fa il sovranista a parole ma poi avalla, come un Macron o un Saviano qualsiasi, una linea ridicola».
Matteo Salvini ha replicato a stretto giro alle parole di Di Battista scrivendo su Twitter. «Di Battista ignora e parla a vanvera: non solo milioni di venezuelani, ma anche migliaia di italiani soffrono da anni la fame e la paura imposti dal regime di sinistra di Maduro. Prima tornano diritti, benessere e libertà in Venezuela, meglio sarà per il popolo». Divisi al governo, ma uniti sul Venezuela. La Lega e il Pd sembrano aver trovato, almeno per questa volta, un punto di accordo. Il senatore del Pd Ernesto Magorno, ha appoggiato la posizione dell’Unione Europea e della Lega in merito a Guaidò: «Non c’è tempo da perdere, l’Italia deve sostenere la linea dell’Ue sul Venezuela. Vergognose, a tal proposito, le parole di Di Battista, grave l’atteggiamento del governo che avrebbe già dovuto prendere una posizione volta a garantire la democrazia».
Spaccatura anche al ministero degli Esteri. il ministro Enzo Moavero Milanesi conferma che «Ci riconosciamo pienamente nella dichiarazione comune che gli Stati membri dell’Unione europea hanno diffuso oggi sulla situazione in Venezuela. Con l’accorato pensiero al popolo venezuelano e ai tanti di origine italiana, di fronte ai drammatici avvenimenti in corso ci stringiamo alle famiglie delle vittime. Chiediamo una vera riconciliazione nazionale e iniziative costruttive che scongiurino sviluppi gravi e negativi, assicurino il rispetto dei diritti fondamentali e consentano un rapido ritorno alla legittimità democratica, garantita da nuove elezioni libere e trasparenti». Non è però dello stesso avviso il Sottosegretario di Stato agli affari esteri, Manlio Di Stefano: «Tra interventismo statunitense, freno tout court della Russia e inutili ultimatum Ue, l’Italia offre di mediare tra Maduro e opposizioni per una transizione politica verso nuove elezioni in Venezuela, nei tempi e nei modi più adatti. Gli ultimatum compattano solo il potere».
Intanto il portavoce dell’Alto rappresentante per gli Affari europei Federica Mogherini fa sapere di aver coordinato la posizione europea sul Venezuela «con contatti, tra gli altri, con i premier spagnolo e italiano Pedro Sanchez e Giuseppe Conte, ma anche con il ministro degli Esteri dell’Olanda Stef Blok e rappresentanti senior dei governi di Francia, Germania, Italia, Spagna e Gran Bretagna».