Davos 2020, Trump contro gli ambientalisti: «Profeti di sventura». E poi parla del Duomo di Firenze

Conciliante nei confronti dell’Europa e della Cina e duro con i seguaci di Greta Thunberg, il presidente americano ha usato il suo intervento per lodare l’economia americana

«Due anni fa, qui, avevo preannunciato un grande ritorno dell’America. Oggi sono orgoglioso di dire che l’America sta vincendo di nuovo, come mai prima d’ora». Ostenta sicurezza e ottimismo Donald Trump nel suo atteso intervento al Forum Economico Mondiale a Davos, in Svizzera.


Mentre a Washington si apre il processo per l’impeachment al Senato, il presidente degli Stati Uniti rivendica quanto fatto dalla sua amministrazione negli ultimi anni, sopratutto in materia economica ed evita di pungolare gli alleati europei e i nuovi amici cinesi.


La guerra dei dazi

Il primo successo da sbandierare è la tregua raggiunta con la Cina dopo circa due anni di braccio di ferro. «Abbiamo concluso accordi straordinari sul commercio con la Cina da una parte e Messico e Canada dall’altra, i migliori accordi di sempre», dichiara Trump.

«Finalmente la nostra amministrazione ha fatto qualcosa dopo che nessuno aveva fatto nulla lasciando che le cose diventassero sempre peggiori, peggiori, peggiori […] Il mio rapporto con Xi Jinping non è mai stato migliore – continua il presidente Usa – eccetto che lui con la Cina è indietro rispetto agli Stati Uniti».

Indietro dal punto di vista economico, s’intende. Un assist a se stesso per esaltare la salute dell’economia americana («nonostante la Fed abbia alzato i tassi troppo presto e li abbia abbassati troppo tardi», dichiara) alla faccia delle «cose meno positive» che avvengono «altrove», un riferimento possibile al basso tasso di crescita europeo.

Trump contro i «profeti di sventura»

Ma le critiche di Trump si concentrano soprattutto sugli ambientalisti. «Questo non è il momento del pessimismo sul clima» dichiara il presidente americano. Un riferimento, forse, all’attivista Greta Thunberg, intervenuta a Davos poco prima di lui.

Alla stoccata agli ambientalisti segue però un atto distensivo quando il presidente Trump – colui che ha portato gli Stati Uniti fuori dall’accordo Onu sul clima – annuncia che gli Usa parteciperanno all’iniziativa “1 miliardo di alberi contro il cambiamento climatico” promosso a Davos.

Il Duomo di Firenze e Notre Dame

L’ottimismo di Trump passa anche attraverso un riferimento al Rinascimento italiano parlando dell’importanza «dei sogni e delle ambizioni». «Secoli fa, durante il Rinascimento – dichiara il presidente – degli operai hanno guardato vedo il cielo e hanno costruito delle opere che ancora oggi toccano il cuore degli esseri umani. Oggi le strutture più grandiose del mondo sono state costruite secoli fa, in Italia, ad esempio, il Duomo di Firenze, un progetto che ha richiesto oltre 100 anni, davvero incredibile».

Non mancano neppure i complimenti per Notre Dame, «per il cui incendio il mondo intero ha sofferto, ma sappiamo che sarà ricostruita in modo magnifico, le grandi campane suoneranno di nuovo».

Il riferimento agli operai non è casuale, ma un tentativo di legare il suo discorso a un altro tema centrale del summit di Davos, la coesione sociale. «Dobbiamo andare avanti con fiducia, senza paura e con una visione del futuro – continua il Presidente -. Insieme faremo dei nostri Paesi delle nazioni più forti e il mondo sarà un posto più bello di quanto non sia mai stato. E saremo leali con i nostri lavoratori, uomini e donne che sono la spina dorsale della nostra economia».

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