Quando il tirocinio funziona: le storie di Domenico, Alessandra e Abdoulaye

di Angela Gennaro

«Il mio lavoro oggi è la naturale prosecuzione del mio percorso di studi», dice Domenico. «La ristorazione mi piace ed è quello per cui ho studiato. Ma non ho ancora deciso cosa fare da grande», racconta Alessandra

Domenico ha 21 anni e da Ortona, in provincia di Chieti, si è trasferito a Roma. Da grande vuole fare il cuoco. Lo incontriamo nel nostro viaggio tra tirocini e tirocinanti. Domenico ha prima fatto uno stage ad Altrove, un ristorante multiculturale aperto da due anni vicino alla stazione di Roma Ostiense. Un progetto che fa capo al Cies – Centro informazione ed educazione allo sviluppo – una onlus che si occupa della formazione dei giovani sia attraverso il ristorante, che con uno sportello di orientamento alla formazione e al lavoro, riconosciuto dalla Regione Lazio.


«Lo stage che ho fatto qui si è trasformato in un contratto di apprendistato», racconta Domenico a Open. «Il mio lavoro oggi è la naturale prosecuzione del mio percorso di studi. Alla fine dell'alberghiero ho frequentato per un po' l'università, ma poi ho preferito lavorare», dice. I soldi che si guadagnano col tirocinio? «A me bastavano, anche perché a Roma ho avuto la fortuna di non dover pagare l'affitto. Ma per una persona con famiglia sarebbe impossibile».


Alessandra ha 25 anni, è nata a Roma da papà pakistano e mamma metà togolese e metà congolese. «Ho fatto l'alberghiero e lavoro da quando avevo 16 anni», racconta. Nel ristorante Altrove, è lei a gestire la sala e a coordinare i suoi colleghi. «Prima di questo lavoro ho fatto due tirocini: non si guadagnava moltissimo ma avevo 20 anni, quindi le esigenze erano diverse. E poi ho imparato molto», sorride. «La ristorazione mi piace ed è quello per cui ho studiato. Ma non ho ancora deciso cosa fare da grande».

Abdoulaye ha 19 anni e viene dal Senegal. Da grande vuole fare il cuoco, e si sta formando per questo: è al suo terzo tirocinio, in un ristorante coreano vicino a piazza Fiume, a Roma, zona di uffici e università. «È quello che ho sempre voluto fare», racconta il futuro chef a Open.

Quando è arrivato in Italia, Abdoulaye aveva appena 17 anni. È entrato nel circuito di accoglienza come minore non accompagnato. «Sono arrivato in Italia il 13 maggio 2016, in Calabria. Dopo un po' sono venuto a Roma. Ho fatto la scuola media, imparato l'italiano – ma lo imparo soprattutto grazie agli amici – e volevo da subito fare formazione come cuoco. Non c'era e ho fatto un primo corso da pizzaiolo, poi due tirocini in due hotel e ora sono qui. Guadagno 800 euro al mese, per il momento sono abbastanza per vivere. Poi si vedrà».

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