Brexit, il Parlamento vota a favore della riapertura dei negoziati con l’Ue

La Camera dei Comuni ha incaricato Theresa May di discutere l’accordo scritto lo scorso novembre. Donald Tusk, presidente del Consiglio Europeo, si oppone: «No a nuovi negoziati»

Mancano 59 giorni. Il 29 marzo 2019 il Regno Unito uscirà dall'Unione Europea. Una separazione che potrebbe essere regolata da un accordo, altrimenti sarà No Deal: fuori senza nessun trattato a cui aggrapparsi. Uno scenario che sarebbe catastrofico perché da un giorno all'altro tutte le agevolazioni di cui gode il Regno Unito nello stare nell'Ue cadrebbero improvvisamente.


Brexit, il Parlamento vota a favore della riapertura dei negoziati con l'Ue foto 3


ANSA |Le proteste fuori dal Parlamento durante il voto del 29 gennaio

Se all'inizio il No Deal sembrava uno spauracchio apocalittico ora diventa una minaccia sempre più credibile. Theresa May non riesce a far approvare al Parlamento britannico l'accordo raggiunto con l'Unione Europea. Il primo no era arrivato dalla Camera dei Comuni il 15 gennaio. Il 29 gennaio un'altra serie di votazioni ha reso ancora più complessa la situazione.

Il rinvio della Brexit e la clausola sul backstop

La laburista Yvette Cooper aveva presentato un emendamento per rinviare l'uscita dall'Unione Europea di tre mesi ma è stato respinto, anche perché difficilmente l'Europa lo avrebbe accettato. Il problema più grande che si è affrontato in questa sessione è quello del backstop. Dopo l'uscita dall'Unione Europea l'unico confine fisico tra Regno Unito e Europa sarebbe quello tra Irlanda e Irlanda del Nord. Il backstop è una sorta di clausola di salvaguardia e garantisce che in qualsiasi caso questo confine rimarrà aperto. Nel gergo del baseball il termine indica la rete di protezione che ferma le palle sfuggite al battitore.

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ANSA |Theresa May

Quest'opzione non piace molto ai fan della Brexit. Anche Theresa May l'ha criticata negli ultimi giorni. Il primo ministro britannico vorrebbe comunque impegnarsi a non costruire confini fisici tra le due Irlande, ma senza una norma così vincolante. In questo modo il Regno Unito rimarrebbe infatti dentro l'unione doganale, soprattutto perchè la clausola di backstop non ha una durata definita. La Camera dei Comuni ha sposato la linea di Theresa May, votando sì alla sua richiesta di ridiscutere l'accordo sulla Brexit e togliere il backstop.

Il parere dell'Ue: il negoziato non si cambia

Niente aperture da parte dei leader europei. L'accordo rimane quello già discusso. Sempre il 29 gennaio il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk ha dichiarato: «L'accordo raggiunto resta il migliore ed unico modo per assicurare un'uscita ordinata della Gran Bretagna dall'Ue. Il backstop è parte di quell'accordo, e quell'accordo non è aperto a nuovi negoziati».

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 ANSA |Proteste fuori dal Parlamento durante il voto del 29 gennaio

Emmanuel Macron è dello stesso parere, secondo lui il patto raggiunto sulla Brexit è «il migliore possibile e non è rinegoziabile». Il governo irlandese ha diffuso una nota ufficiale per ribadire lo stesso concetto: il backstop non si tocca. Più netto Michael O' Leary, l'amministratore delegato della compagnia aerea irlandese Ryanair. Secondo lui la Brexit è «l'idea più stupida degli ultimi 100 anni».

 

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