Pillon contestato da «Non una di meno»: urla e spintoni contro le attiviste

Il senatore leghista è autore di un contestato disegno di legge sulla separazione tra coniugi e l’affido dei bambini

Urla sessiste, spintoni, un’attivista della Casa internazionale delle donne strattonata da uno dei partecipanti al convegno. È successo a Roma, nella sala consiliare del I Municipio, dove il senatore leghista Simone Pillon era andato a parlare del suo discusso disegno di legge sulla separazione tra coniugi e l’affido condiviso dei bambini. Una delegazione di «Non una di meno» è riuscita a entrare nella sala consiliare e ha contestato il senatore con slogan e striscioni. A quel punto alcuni uomini presenti hanno cominciato a urlare contro le attiviste, arrivando addirittura allo scontro fisico. Alla fine dell’incontro Pillon ha risposto alle domande dei giornalisti: «Non ho mai detto che la proposta di legge fosse perfetta. Abbiamo deciso di prenderci sei mesi di audizioni proprio per ascoltare tutti, perché vogliamo che la società civile nel suo complesso possa esprimersi, dopodiché ci sono altre quattro proposte di legge per la modifica dell’affido condiviso, faremo un testo unificato».


Una dichiarazione rivolta al sottosegretario del Movimento 5 Stelle con delega ai giovani e alle pari opportunità Vincenzo Spadafora, che aveva dichiarato che il disegno di legge non sarebbe mai stato approvato così com’è ora. A Roma Pillon è riuscito a mettere d’accordo il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle. Con 29 voti a favore, l’assemblea capitolina ha approvato una mozione che impegna la sindaca Virginia Raggi a bocciare l’approvazione della sua proposta di legge. «Le contestazioni sono un fenomeno di assoluta democrazia», ha detto Pillon parlando stavolta del blitz di Non una di meno


«Se imparassero ad ascoltare, oltre che a parlare, sarebbe ancora meglio, perché a me interessa ascoltare chi non la pensa come me. Se chi non la pensa come me entra, urla e poi se ne va, il dialogo diventa un po’ complicato. La prossima volta invito le nostre amiche che erano qua presenti a restare in sala, possibilmente senza urlare, ascoltare quello che il sottoscritto ha da dire e poi portare la loro posizione. Noi ascoltiamo anche le critiche, perché siamo democratici, dopodiché andiamo per la nostra strada».