Per il consolato venezuelano in Italia, la rivoluzione non esiste. Sul sito non c’è traccia di Guaidò

Abbiamo parlato di quello che accade a Caracas con Giancarlo Di Martino Tarquinio. «Juan Guaidò è un traditore della patria che presto la giustizia venezuelana punirà», ha detto 

L’arrivo in Italia della delegazione di Juan Guaidó, il presidente dell’Assemblea nazionale venezuelana che vuole sostituirsi al presidente in carica Nicolás Maduro, non piace al Console Generale del Venezuela Giancarlo Di Martino Tarquinio: «Non possiamo accettare tutto ciò che può validare o legittimare il colpo di Stato. Speriamo che l’incontro aiuti il ministro Matteo Salvini a capire che sta di fronte a un traditore della patria che presto la giustizia venezuelana punirà». Dopo le denunce, il silenzio. La strategia delle rappresentanze diplomatiche venezuelane in Italia è quella di far finta di nulla, ignorando l’arrivo della delegazione accolta in Vaticano, al Viminale e alla Farnesina.«Non vogliamo darne maggiore importanza. Guaidó è una palla che si sta sgonfiando».


Far finta di nulla per non dar credito al«golpista Guaidó». Succede nella sede milanese della rappresentanza di Caracas, dove ciò che sta accadendo in Venezuela sembra non esistere, se non per il fatto che – denuncia Di Martino Tarquinio – «abbiamo passato molti mesi senza stipendio».Sul sito del consolato non c’è traccia della rivoluzione in atto: nessuno deglieventi politici degli ultimi tempi – le manifestazioni anti-Maduro, il sostegno al presidente dell’Assemblea nazionale Guaidó da parte della comunità internazionale, il possibile intervento militare degli Stati Uniti le cui truppe erano state schierate al confine con la Colombia – figura sui siti delle rappresentanze diplomatiche venezuelane in Italia.


Neanche un accenno all’attuale crisi umanitaria, che secondo la stampa internazionale va sempre peggio, con cibo e medicinali che diminuiscono giorno dopo giorno.Nel frattempo Guaidó ha annunciato che oltre 100 mila venezuelani si sono offerti volontari per l’assistenza umanitaria. Eppure, sul sito del Consolato l’unica notizia che riguarda la salute pubblica riporta un investimento da parte del Governo di Maduro che nel corso degli ultimi 13 anni avrebbe investito 90 miliardi di euro nel sistema sanitario nazionale. La data è il 6 febbraio 2019. Lo stesso giorno, Maduro aveva ordinato di bloccare un ponte sul quale dovevano arrivare aiuti umanitari dalla Colombia al Venezuela. Per il Console, anche gli aiuti umanitari potrebbero essere una trappola: «Oggi un giornale di Cúcuta ha scritto che quindici persone che hanno mangiatole scorte arrivate dall’estero si sono ammalate.Il blocco nel Paese è di certo reale: gli Stati Uniti, insieme alla Colombia, al Brasile e altri “satelliti”hanno impedito l’arrivo di medicinali e di soldi in Venezuela». Ma sul sito del Consolato non c’è neanche questo.