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Il gesto delle manette contro l’avversario, in aula tensione tra M5s-Pd

Quando i deputati Pd hanno cominciato ad abbandonare i banchi, Roberto Fico ha ironicamente detto: «Arrivederci». Poi ha sospeso la seduta ma è tornato per scusarsi: «Mi sono lasciato andare – ha detto – è stato un mio errore. Da questa presidenza ci sono sempre scuse quando sbaglia»

La tensione era palpabile ed è sfociata in una clamorosa protesta. Nel corso del dibattito in Aula alla Camera sulla riforma del referendum, il deputato M5s Giuseppe D'Ambrosio scalda il clima con il suo intervento e il presidente della Camera Roberto Fico finisce col richiamarlo. Ma poi sarà il deputato del Pd Enrico Borghi a spiegare le ragioni di tanto clamore: «È intollerabile che il deputato D'Ambrosio si rivolga al deputato Migliore mimando il gesto delle manette». Scoppia la protesta tra i deputati Pd che pretendono dal presidente della Camera che l'autore del gesto venga espulso, altrimenti minacciano di abbandonare l'Aula. Il gesto delle manette contro l'avversario, in aula tensione tra M5s-Pd foto 1



E così hanno poi fatto. Nel momento in cui hanno cominciato ad abbandonare i banchi, Roberto Fico ha ironicamente detto «Arrivederci». A quel punto, Fico ha sospeso la seduta per riprenderla poco dopo. Giusto il tempo utile per annunciare l'interruzione dei lavori e la ripresa fissata per martedì alle 14. Prima di sciogliere la seduta definitivamente, Fico si è pentito per la sua condotta: «Chiedo scusa per aver risposto. Mi sono lasciato andare. Chiedo scusa senza problemi – ha detto - è stato un mio errore. Da questa presidenza ci sono sempre scuse quando sbaglia». 

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