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Ilva, a Taranto la fiaccolata per i bambini portati via dal cancro

25 Febbraio 2019 - 13:51 Emma Bubola
Al corteo hanno partecipato migliaia di tarantini che da anni contestano gli impatti ambientali dell’ex Ilva ora diventata Arcelor Mittal, in bilico tra lutti e frustrazione politica. Secondo dati di Peacelink, le emissioni tossiche sono aumentate nonostante le promesse del M5S

Le madri e i padri di Taranto sono scesi in strada il 25 febbraio e hanno marciato in silenzio, in una fiaccolata di commemorazione per quei bambini della città, troppi, portati via dal tumore. Al corteo hanno partecipato migliaia di tarantini che da anni contestano gli impatti ambientali dell’ex Ilva ora diventata Arcelor Mittal, in bilico tra lutti e frustrazione politica.

«Il Movimento 5 Stelle ha fatto campagna elettorale promettendo di chiudere l’Ilva, toccando un tasto molto sensibile della popolazione, ma poi non hanno fatto nulla» sbotta Francesca Summa, che nel 2009 ha perso il figlio di 4 anni per un neuroblastoma. Il 17 gennaio i deputati M5S sono stati contestati a Taranto: «Avevate promesso di chiudere l’Ilva, poi vi siete alleati con Salvini e dite che è colpa del Pd se la fabbrica continua a produrre, a Taranto siete morti» hanno gridato i manifestanti. Il 24 gennaio Peacelink ha elaborato i dati rilasciati dalle centraline Arpa che mostrano un incremento delle emissioni tossiche.

Ilva, a Taranto la fiaccolata per i bambini portati via dal cancro foto 3

Peacelink|

«L’8 settembre 2018 il ministro Luigi Di Maio aveva dichiarato: ‘Abbiamo installato tecnologie a Taranto che riducono del 20% le emissioni nocive. Invece, i fatti dimostrano l’esatto contrario, le centraline Arpa installate nella cokeria registrano valori in aumento per le emissioni diffuse in ambiente» spiega ad Open Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink. Da un confronto tra i dati registrati nel bimestre gennaio-febbraio 2019 e quelli del bimestre gennaio-febbraio 2018 emerge «Un incremento del 160% per il benzene, del 140% per l’idrogeno solforato e del 195% per gli Ipa totali. Sono tutti inquinanti cancerogeni e anche neurotossici», argomenta Marescotti.

Le chiamano le «tombe rosse dell’ILVA», le lapidi dei bambini portati via da malattie legate alle diossine emesse dai 215 camini dell’acciaieria. Nei giorni di vento, i wind days, quando il vento soffia dall’ex-Ilva verso la città, le diossine si depositano dovunque. Sono entrate nel latte materno, nel sangue delle persone, nella catena alimentare, causando una mortalità infantile più alta del 54% rispetto alla media regionale, secondo Marescotti. L’incidenza dei tumori 0-14 è ancora altissima.

Ilva, a Taranto la fiaccolata per i bambini portati via dal cancro foto 1

I tarantini sono ancora costretti ad emigrare per farsi curare, come i genitori di Lorenzo Zaratta, che nel 2009 si erano trasferiti a Firenze per curare il figlio malato di Pilomyxoid Astrocytoma, una forma tumorale che l’ha vinto nel 2014, a tre giorni dal suo quinto compleanno. Il padre, Mauro si è sottoposto a esami genetici e ha scoperto che il suo organismo non è più in grado di combattere gli agenti inquinanti. «Li metabolizzo, vivere a Taranto vorrebbe dire condannarmi a morte. È un’idea a cui ho pensato quando ho perso mio figlio, per farla finita con questo dolore, ma ho un secondo figlio da crescere, quindi mi sono trasferito a Firenze» racconta il padre a Open. Anche Francesca Summa, madre di Siria, morta a 4 anni nel quartiere Tamburi, a ridosso delle ciminiere, ora vive a Genova.

I viaggi a Milano e Bari per farsi curare non sono bastati nemmeno ai genitori di Giorgio Di Ponzio, quindicenne malato di un sarcoma, per salvare il figlio, morto di tumore a gennaio scorso. I suoi genitori sono tra gli organizzatori della fiaccolata del 25 febbraio. In questa occasione, hanno chiesto alla Arcelor Mittal e alle altre industrie fonte di inquinamento a Taranto di spegnere i propri impianti per la giornata, in rispetto vittime e delle vite ancora a rischio. In risposta Arcelor Mittal Italia ha pubblicato un post su Facebook che ha fatto scattare l’indignazione dei manifestanti. «Per esprimere la nostra vicinanza alla comunità, in ricordo di Giorgio Di Ponzio e dei giovani tarantini scomparsi, oggi abbiamo esposto a mezz’asta le bandiere dello stabilimento di Taranto e invitato i colleghi a unirsi al lutto cittadino proclamato dal Comune», scrive l’account ufficiale dell’acciaieria.

https://www.facebook.com/ArcelorMittalItalia/posts/997921850404484

«Condivideremo presto con i cittadini l’idea di una ricorrenza annuale per tutto quello che Taranto ha vissuto e in parte vive ancora, perché la malattia e il dolore non sono un’esclusiva di qualcuno, non devono restare senza risposte», ha annunciato il sindaco Rinaldo Melucci.

Ilva, a Taranto la fiaccolata per i bambini portati via dal cancro foto 2

Taranto era già stata dichiarata provincia ad alto rischio nel 1990, ma nulla era stato fatto fino all’intervento della procura nel 2012. Il risanamento ambientale dell’industria si fa ancora attendere e il piano ambientale doveva essere ultimato nel 2015, invece l’ex Ilva gode di immunità penale fino al 2023. Il 24 gennaio 2019 la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha accolto i ricorsi presentati da 180 cittadini che vivono o sono vissuti nei pressi dello stabilimento di Taranto e ha condannato l’Italia per non aver tutelato la salute dei suoi cittadini. «Ma nessuno ha detto nulla, lei ha sentito un politico parlarne?» commenta Francesca Summa.

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