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Governo verso il sì alla mini-Tav? Toninelli e Conte negano: «Non si farà»

La seconda analisi è stata commissionata dal ministero delle Infrastrutture e ha dato esito negativo: i costi supererebbero i benefici di 2,5 miliardi di euro

È ancora giallo sulla Tav. Si farà? Non si farà? Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha effettivamente richiesto una seconda analisi sui costi e i benefici dell'opera? Secondo Marco Ponti, il professore a cui Toninelli ha affidato il primo incarico, la risposta è sì: il premier gli avrebbe affidato un'integrazione alla prima analisi costi-benefici, chiedendo di calcolare solamente le spese relative al tratto italiano per l'eventuale realizzazione di una sorta di mini-Tav.

Secondo le indiscrezioni di ieri, 28 febbraio, la nuova mini-analisi avrebbe ricalcolato a 3,5 miliardi di euro, anziché agli iniziali 7, il saldo negativo per l'Italia. Meno di 24 ore dopo, però, è cambiato tutto. Conte ha smentito Ponti e il Mit ha confermato di aver chiesto una seconda analisi, che comunque ha sancito un secondo parere negativo: secondo il ministero delle Infrastrutture, i costi superano i benefici di 2,5 miliardi di euro.

La versione del premier Conte

Con una nota stampa diramata da Palazzo Chigi, il premier ha smentito di aver commissionato una nuova analisi costi-benefici sulla Tav: «Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte non ha aperto a nessuna ipotesi di mini-Tav, né ha mai richiesto un ulteriore contributo all’analisi costi-benefici dell’opera, contributo che è stato invece sollecitato dal Mit», si legge.

«Le ricostruzioni apparse questa mattina su alcuni quotidiani sono destituite di fondamento. Il Presidente Conte non ha mai anticipato nessun giudizio, mentre ha sempre ribadito e ancora ribadisce che verrà presa, nella massima trasparenza, la migliore decisione possibile nell’interesse esclusivo del Paese e dei cittadini all’esito dello studio attento del dossier e del confronto politico che ne conseguirà», conclude la nota.

La posizione del ministro Toninelli

Contattato da Open, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti diretto da Danilo Toninelli ha confermato la versione di Palazzo Chigi e rilevato che «l'ulteriore supplemento della analisi costi benefici sul Tav Torino-Lione, che riguarda solo la parte italiana del tunnel di base e la tratta nazionale, è stato prodotto dal gruppo di lavoro del professor Ponti su uno specifico input giunto non dalla Presidenza del Consiglio, ma dal Mit e solamente per lo scrupolo di voler dare un ulteriore riscontro al dibattito che si era creato intorno al metodo della analisi».

Proseguendo, il Mit ha sottolineato che «come ammesso dagli stessi autori, che il Ministero ringrazia per lo sforzo ulteriore, questo contributo si basa su un' impostazione che in qualche modo distorce il corretto fondamento della analisi originale. Il risultato è comunque molto negativo – circa -2,5 miliardi nello scenario realistico, peraltro con una incidenza nettamente inferiore delle mancate accise incassate dallo Stato – e ciò nonostante si considerino i costi dell'investimento al netto dei fondi Ue che, tuttavia, arriveranno eventualmente in massima parte solo a consuntivo».

Intervenendo a margine di un evento ad Annone, il ministro Toninelli ha dichiarato: «Nessuno può dire che esiste un’altra analisi costi benefici sulla Tav. Ne esiste una sola, abbiamo dato solo ulteriore materiale per un dibattito. Tutto si può migliorare, ma qui non si tratta di una linea esterna, si tratta di fare una galleria di base e o buchi o non buchi la montagna, e quel buco costa 11 miliardi, di cui 3,5 solo all’Italia. Quei 3,5 miliardi io li voglio impegnare molto meglio e fare tantissimi cantieri su tutto il territorio nazionale per fare manutenzione ed evitare altri morti».

Proseguendo, il ministro dei Trasporti attacca i governi precedenti: «Ormai mi sono profondamente stancato di parlare della Tav. Voglio impegnare quelle risorse per fare molto meglio di una galleria che sarà pronta tra 15 anni e che forse darà benefici solo dopo il 2070. Stiamo pagando per la Francia una galleria di 57 km, di cui 45 km in territorio francese e 12 in quello italiano e la stiamo pagando quasi tutta noi, perché loro devono fare un investimento enorme fuori e non lo stanno facendo. Penso che i politici che ci hanno preceduto si dovrebbero vergognare di avere impegnato soldi che magari potevano essere messi per la manutenzione di infrastrutture come il ponte di Annone e non farli crollare in testa a una persona».

L'intervento del ministro Tria

Secondo il ministro dell'Economia Giovanni Tria, intervenuto al Forum economico franco-italiano Confindustria-Medef a Versailles, «il governo italiano andrà verso una evoluzione positiva sulla Tav nonostante le differenti posizioni su questo dossier». Il ministro francese dell'Economia, Bruno Le Maire, in risposta alle affermazioni dell'omologo italiano, ha dichiarato: «Aspettiamo che il governo italiano prenda una posiziona definitiva su questo argomento perché noi siamo favorevoli».

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