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Gino Strada: «Chi ci governa dovrebbe essere processato per crimini contro l’umanità»

15 Marzo 2019 - 08:36 Redazione
Il fondatore di Emergency ha commentato a Piazzapulita la situazione dei centri di detenzione governativi libici: «Anche Auschwitz era un centro di detenzione governativo. All'epoca era perfettamente legale»

«Parlare di centri di detenzione governativi e centri di detenzione illegali è una stupidaggine colossale». Gino Strada, fondatore di Emergency, è intervenuto nel corso della puntata di Piazzapulita del 14 marzo, dedicata ai centri di detenzione libici. Il medico, che con la sua organizzazione non governativa offre da 25 anni cure mediche e sociali alle vittime di guerra e della povertà, ha attaccato i Governi italiani e gli accordi bilaterali con la Libia firmati dall’ex ministro dell’Interno Marco Minniti. In un servizio, Corrado Formigli ha mostrato le immagini inedite del centro di detenzione di al-Zintan (una città nel nord ovest del Paese). «Primo: dov’è un governo in Libia? – ha chiesto Strada -La cosiddetta guardia costiera libica è un’accozzaglia di bande armate che cercano di farsi gli affari loro. Io credo che anche Auschwitz fosse un centro di detenzione governativo», ha commentato Strada, paragonando le carceri libiche ai lager nazisti. «Era perfettamente legale per quel regime. Quello che succede lì dentro, come in ogni centro, è una cosa disumana». «Siamo governati da persone che non hanno alcuna considerazione per la vita umana, quella altrui ovviamente», ha detto. «Persone che dovrebbero essere portate davanti alla Corte internazionaledell’Aia per crimini contro l’umanità». E il famoso slogan dell’ “aiutarli a casa loro” può essere davvero una soluzione? Per il medico attivista si tratta anche in questo caso di una «grossa stupidaggine», tralasciando il fatto che, per Strada, nessuno li ha mai aiutati davvero. «Che cosa ha fatto l’Italia per aiutarli a casa loro? Nulla. Quindi questa storia di aiutarli a casa loro è una grossa stupidaggine. Noi come Emergency li stiamo aiutando a casa loro da 25 anni, e siamo una piccola goccia nel mare». Già nella puntata del 7 marzo, Formigli aveva avviato l’indagine sui centri di detenzione, evidenziando proprio le contraddizioni di una zona Sar (Search and Rescue/Ricerca e Salvataggio) dichiarata dalla Libia lo scorso anno, che si estende fino a oltre 100 miglia dalla costa. «Non si capisce come sia stata attribuita alla guardia costiera libica una Sar, non essendo la Libia un luogo sicuro». «Sul sito della Farnesina si legge chiaramente: “Si ribadisce l’invito ai connazionali a non recarsi in Libia, e a quelli presenti, a lasciare temporaneamente il Paese in ragione della assai precaria situazione di sicurezza», aveva continuato Formigli. «Noi facciamo in modo, anche finanziandola, che la guardia libica prenda queste persone che chiedono aiuto. Non è un’ipocrisia?»

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