Le nuove rotte dei migranti, «Ora il trafficante può essere italiano»

Marzia Sabella, procuratore aggiunto della Dda di Palermo spiega a Open: «La rotta dalla Tunisia avviene con barche piccole e organizzazioni miste, potrebbe esserci l’ombra della Mafia»

I movimenti attraverso il Mediterraneo cambiano forma ma non si interrompono. Con la differenza che, l’aumento degli «sbarchi fantasma» e la drastica diminuzione dei viaggi attraverso la Libia hanno reso più difficile monitorare il fenomeno e verificare chi arriva e dove va. Il procuratore aggiunto con delega alla dda di Palermo, Marzia Sabella, che il 13 marzo ha riferito alla commissione parlamentare Antimafia l’andamento delle indagini, ha delineato un quadro molto diverso da quello al quale il passato recente ci aveva abituato. Ai viaggi in partenza dalla Libia, costantemente in calo, si sono affiancati quelli in partenza dalla Tunisia: «Sono viaggi più costosi e più sicuri – dice la pm a Open – l’organizzazione prende in carico il cliente dalla partenza alla destinazione finale e ad organizzare tutto sono gruppi misti con la partecipazione di italiani». Mafiosi? «Non abbiamo evidenze, quello che sappiamo è che su questi barchini viaggiano anche armi e tabacchi di contrabbando, due settori che Cosa nostra controlla».


La rotta

Il viaggio, schematicamente, è anche questo molto diverso da quello dalla Libia:


  • Il trafficante spesso si presenta attraverso una pagina Facebook: «Pubblicano un numero di telefono che va bene solo per un primo aggancio, ma nei commenti appaiono anche le parole di chi ha fatto la traversata e magari pubblica la foto di se stesso, vera o falsa che sia, davanti alla torre Eiffel».
  • La traversata inizia in Tunisia (il braccio di mare da attraversare è dunque più breve) e a prendere il mare sono barche piccole e solide. Imbarcazioni a vela, piccoli motoscafi, in ogni caso natanti capaci di non destare attenzione nei radar che monitorano lo stretto.
  • I migranti, che arrivano in luoghi poco frequentati e quasi sempre sfuggono al pattugliamento delle coste, vengono affidati ad altri membri dell’organizzazione che si occupano del loro trasporto attraverso l’Italia o l’Europa. Molto spesso la meta è il nord del continente.
  • I rischi per la sicurezza. Proprio perché chi arriva sfugge all’accoglienza ma anche ai controlli, da questo canale può passare di tutto. Le intercettazioni, spiega Marzia Sabella, sono preoccupanti: «Chi fa questi viaggi spesso non vuole essere trovato. Persone ricercate nel proprio paese, terroristi o criminali comuni, hanno soldi da spendere e una gran fretta di spostarsi senza mostrare i documenti».

I migranti in Europa

I numeri dei micro sbarchi monitorati sono bassi, circa 7mila nel corso dell’ultimo anno, «ma non è possibile essere certi dei numeri reali», conclude Sabella. Complessivamente, i dati dicono che il numero di spostamenti attraverso il Mediterraneo è crollato drasticamente in particolare a febbraio. Secondo l’agenzia europea Frontex, la causa principale della  riduzione rispetto ai mesi passati è stato il maltempo, tant’è che anche la Spagna – che aveva visto aumentare gli arrivi negli ultimi mesi- a febbraio ha registrato un crollo dell’80%. L’audizione di Sabella potrebbe riprendere nelle prossime settimane. Intanto, Franco Mirabelli del Pd ha proposto che una delegazione della commissione Antimafia vada in Sicilia per proseguire i lavori: «È un modo per accelerare e approfondire ulteriormente».