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8 anni, senzatetto, rifugiato e campione di scacchi dello Stato di New York

18 Marzo 2019 - 08:29 Redazione
Tani ha già vinto sette trofei. La sua domanda d'asilo non è stata ancora accettata. E su Gofundme è partita una raccolta fondi per aiutare la sua famiglia

Un rifugiato nigeriano, senzatetto, di otto anni è stato incoronato campione di scacchi al torneo annuale dello stato di New York. Tanitoluwa Adewumi, detto Tani, è uscito imbattuto, sconfiggendo i ragazzini delle scuole private e quelli che possono permettersi lezioni private di scacchi. La sua famiglia è cristiana ed è scappata dalla Nigeria del nord nel 2017 perché temeva gli attacchi terroristici di Boko Haram. Con i genitori e il fratello, il giovane campione è arrivato a New York circa un anno fa e un pastore ha aiutato la famiglia a procurarsi un letto in un rifugio per senzatetto. Tani ha cominciato a frequentare la scuola elementare del posto dove un’insegnante impartiva lezioni di scacchi part-time. Dopo aver imparato a giocare, il ragazzino ha implorato la madre di iscriverlo al club di scacchi. Grazie all’esenzione dai costi di iscrizione, Tani ha potuto raffinare la sua tecnica. La domenica, la madre lo porta ad Harlem, dove può allenarsi gratuitamente per tre ore. Lo stile di gioco di Tani è aggressivo, fatto di mosse audaci che si rivelano però quasi sempre vincenti. Il ragazzino è determinato a essere «il migliore dei migliori», anche se per lui non è sempre facile. La famiglia ha raccontato al New York Times che il ragazzino è tornato spesso a casa in lacrime dopo che i compagni di classe l’avevano preso in giro perché senzatetto. L’autunno scorso, durante un’udienza all’ufficio immigrazione, Tani è scoppiato a piangere perché ha frainteso le affermazioni del giudice: credeva che la sua famiglia sarebbe stata deportata. «Mi sento americano» spiega il bambino. Ma la sua domanda di asilo non è ancora stata approvata. Per aiutare Tani e la sua famiglia è sta indetta una campagna su Gofundme. Storie come la sua sono molto rare, soprattutto negli Stati Uniti, dove la privatizzazione dell’istruzione e il sistema delle donazioni rendono la scuola un fattore determinante nella perpetrazione delle disuguaglianze sociali.

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