Diciotti, oggi il voto su Salvini. Conte: «Sarò qui perché c’è una chiara linea del governo»

Il ministro dell’Interno è indagato per sequestro di persona aggravato. Formalmente 5 Stelle e Lega, sono tutti schierati per il no. Così come i partiti di centrodestra

Parlamentari al cellulare o poco silenziosi. Così nella serata del 19 marzo è iniziata nell’aula del Senato la discussione generale sull’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini per i 177 migranti bloccati per 5 giorni sulla nave della Guardia Costiera Diciotti.


Un antipasto di quello che accadrà il 20 marzo, al momento del voto: al leader leghista ne servono 161 per respingere la richiesta del Tribunale dei Ministri.


Salvini non è a Palazzo Madama

Matteo Salvini non era in aula. Fuori da Palazzo Madama l’esecutivo ha dovuto affrontare anche altri due dossier caldissimi: lo sbarco della nave Mare Jonio e la fiducia chiesta alla Camera sul Decretone, per evitare che il decreto con reddito di cittadinanza e Quota 100 potesse decadere.

Unico ministro presente, quello della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno che, da esperto avvocato, aveva anche supervisionato la memoria difensiva presentata dal ministro Salvini alla Giunta per le autorizzazioni e le immunità del Senato.

Le parole di Gasparri e la replica di Grasso

«Non dobbiamo fare un processo anticipato» ha spiegato Maurizio Gasparri, autore della relazione con cui la maggioranza della Giunta del Senato ha chiesto di negare l’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini. Di parere opposto l’ex presidente del Senato Pietro Grasso.

«L’obiettivo di Salvini era di mostrare i muscoli in Europa. Per un fine politico, non si può privare qualcuno della libertà personale» ha sostenuto il senatore di Liberi e Uguali, integrando così la relazione di Gasparri.

Il senatore De Falco voterà «Sì»

Anche il senatore Gregorio De Falco, recentemente espulso dal Movimento 5 Stelle, è intervenuto in aula per invitare i colleghi a votare a favore dell’autorizzazione a procedere: «I ministri sono responsabili collegialmente degli atti del Consiglio dei Ministri. Ma nei giorni della Diciotti non c’è stato nessun Consiglio dei Ministri». I senatori del Pd lo hanno applaudito, mentre i posti vuoti nell’aula si moltiplicavano.

Il fronte del «No»

Formalmente Lega e 5 Stelle sono tutti schierati per il no. Così come Forza Italia e Fratelli d’Italia. Non ci dovrebbero essere sorprese rispetto al voto della Giunta del Senato.

All’interno del M5S, oltre alle senatrici dissidenti Fattori e Nugnes che finora hanno manifestato la loro intenzione di votare sì all’autorizzazione a procedere per Salvini, ci sarebbe anche qualche altro dissidente. Che al massimo però uscirebbero dall’aula o risulterebbero assenti per evitare scontri diretti con il Movimento 5 Stelle.

Il capogruppo M5S in Senato Stefano Patuanelli ha avvertito che chi vota in dissenso dalla piattaforma Rousseau è fuori, anche se il procedimento dovrebbe essere esaminato dal collegio dei probiviri.

Il presidente del Consiglio Conte ha annunciato che il 20 marzo per il voto finale sarà in aula: «Chi vi parla si è sempre assunto la responsabilità e continuerà a farlo. L’Aula è chiamata a pronunciarsi sulla vicenda Salvini e io stesso tornerò, perché su questa politica c’è una chiara linea politica che il governo sottoscrive».

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