La premier neozelandese «Non pronuncerò il nome del terrorista. I media non parlino di lui»

Jacinda Ardern ha  annunciato che cambierà la legge sulle armi, troppo flessibile nel Paese. In Nuova Zelanda, più di un quarto delle popolazione ha un’arma da fuoco

Il primo ministro neozelandese, Jacinda Ardern, ha annunciato che non pronuncerà in pubblico il nome del terrorista di Christchurch, invitando i cittadini e i media a concentrarsi sulle vittime invece che sul terrorista. Ardern si è rivolta al Parlamento per la prima volta dopo la sparatoria che ha ucciso 50 persone in due moschee, affermando che l’assassino dovrà rispondere di fronte alla giustizia, ma che lei eviterà sempre di chiamarlo per nome. La premier neozelandese teme che Brenton Tarrant, il 28enne australiano autore dell’attentato, deciderà di usare il suo processo come piattaforma per diffondere le sue idee politiche. Il terrorista ha subito licenziato l’avvocato che gli era stato assegnato, scegliendo di difendersi da solo. Ardern ha affermato che spera che i media gli negheranno l’attenzione che sta cercando.


Bisognerebbe invece, secondo la premier, parlare di Nais Rasheed, morto provando a strappare la pistola dalle mani del cecchino. Di Abdul Aziz, che ha scagliato un pos per carte di credito all’attentatore per fermarlo o di Haji-Daoud Nabi, il settantunenne ucciso mentre apriva la porta della moschea pronunciando le parole «Benvenuto, fratello». Nove persone sono ancora in gravi condizioni all’ospedale di Christchurch. Ardern ha anche annunciato che cambierà la legge sulle armi in modo da rendere illegali quelle automatiche e irrigidire la regolamentazione per il possesso. Le armi usate da Tarrant erano state legalmente acquistate grazie alle normative flessibili che regolano il settore in Nuova Zelanda. Tra queste, due fucili semiautomatici, acquistati legalmente grazie a una licenza di classe A, ottenuta nel novembre 2017. Non è ancora chiaro come la legge verrà modificata nello specifico, ma alcuni cittadini neozelandesi hanno già affermato che rinunceranno alla loro arma.


Il governo ha indetto un’inchiesta indipendente volta a capire come l’intelligence neozelandese non sia stata in grado di fermare l’attacco nonostante la comunità musulmana avesse denunciato una tensione crescente e un aumento delle minacce di violenza. Ardern ha anche attaccato Facebook per non essere stato in grado di evitare la diffusione del video dell’attentato. Lunedi, il social network ha dichiarato di aver eliminato 1 milione e mezzo di copie del filmato, che è comunque rimasto in circolazione. Facebook ha affermato che solo 200 utenti hanno visionato il video nel tempo che è rimasto online. Secondo Ardern, i social network giocano un ruolo fondamentale: «Loro sono l’editore, non solo il postino».