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Nell’inchiesta su Marcello De Vito spuntano rapporti con Parnasi, i fratelli Toti e Giuseppe Statuto – le carte

20 Marzo 2019 - 09:59 Sara Menafra
A pagare il presidente del consiglio comunale e numero due dei Cinque stelle nella capitale, non solo il costruttore dello Stadio della Roma ma la famiglia Toti e l'immobiliarista amico di Ricucci

L’inchiesta che questa mattina ha portato Marcello De Vito in carcere si chiama «Congiunzione astrale» e il nome rischia di portare sfortuna all’intero Movimento cinque stelle. E' autunno a Roma quando, intercettato, il presidente del consiglio comunale capitolino (e numero due dei cinque stelle a Roma) dice che i rapporti con gli imprenditori importanti della capitale devono andare avanti anche dopo l’arresto di Luca Parnasi, in giugno, per sfruttare a pieno la “congiunzione astrale” della presenza del Movimento tanto alla guida della città che del governo nazionale.

Nell'inchiesta su Marcello De Vito spuntano rapporti con Parnasi, i fratelli Toti e Giuseppe Statuto - le carte foto 2

L’interlocutore di De Vito è anche l’altro protagonista dell’inchiesta, l’avvocato Camillo Mezzocapo. Sono accusati di concorso in corruzione per i rapporti con due grandi costruttori romani e un imprenditore dalle alterne fortune, reso noto dalle indagini sui “furbetti del quartierino”.

Non solo, come già emergeva dalle indagini di giugno scorso (De Vito, allora non indagato, appariva più volte nelle intercettazioni) Luca Parnasi, dunque, ma anche Pierluigi e Claudio Toti, quest’ultimo presidente della squadra di basket Virtus Roma.

E, assieme a loro, sebbene non destinatario di alcuna misura cautelare, Giuseppe Statuto. I Toti hanno ricevuto una ordinanza interdittiva ad esercitare attività imprenditoriali e oltre che di corruzione sono accusati di traffico di influenze illecite assieme ad alcuni intermediari.

I pagamenti

Nell'inchiesta su Marcello De Vito spuntano rapporti con Parnasi, i fratelli Toti e Giuseppe Statuto - le carte foto 1

Ansa|Luca Parnasi e Pierluigi Toti

Lo schema non era neppure troppo complicato: Mezzacapo avrebbe raccolto i soldi degli imprenditori, per poi riversarli su una società riconducibile a Marcello De Vito e successivamente ripartirli. Le dazioni ricevute da De Vito sono tutte piuttosto importanti e collegate a tre progetti diversi. Oltre allo stadio della Roma, la riqualificazione dei Mercati generali di Roma Ostiense e la realizzazione di un albergo nell’area dell’ex stazione ferroviaria di Trastevere:

  • Parnasi, per avere il sostegno del presidente del consiglio comunale nella costruzione del Nuovo stadio della Roma ha dato una consulenza da 95mila euro a Virginia Vecchiarelli, cognata e collaboratrice di Mezzacapo;
  • per supportare il progetto di riqualificazione degli ex Mercati Generali di Roma Ostiense – il cantiere voluto dai fratelli Toti – De Vito si sarebbe fatto dare 110mila euro, sempre con una consulenza allo studio di Mezzacapo;
  • per il progetto di riqualificazione nell’area della stazione di Trastevere, Giuseppe Statuto ha versato una tangente inizialmente minore: 25mila euro. La cosa singolare, in questo caso, è che il rapporto non si sarebbe interrotto neppure con l’arresto di Statuto, accusato di bancarotta fraudolenta, a dicembre scorso. Mentre lui era agli arresti, i suoi intermediari hanno concordato versamenti per 20mila euro più altri 160mila se il progetto fosse andato a buon fine.
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