«Borse di studio solo per italiani»: polemica sul bando dell’Accademia delle Scienze di Torino

Dopo le accuse di discriminazione pervenute all’accademia torinese il Consiglio di Presidenza assicura: «Riesamineremo il caso entro l’ultima settimana di marzo 2019»

L’Accademia delle Scienze di Torino è finita al centro delle polemiche a causa del bando di due borse di studio definito da molti studenti «discriminatorio». Le due borse di studio, dal valore di 5.000 euro ciascuna, venivano assegnate annualmente dal 2007 a una neolaureata magistrale in Scienze matematiche, fisiche e naturali dell’Università di Torino e a un neolaureato in Ingegneria meccanica o in Ingegneria aerospaziale del Politecnico di Torino. 


I requisiti discriminanti nei bandi delle borse di studio e la sospensione

Dopo 13 anni, però, è emerso un dettaglio non di poco conto tra i requisiti vincolanti la presentazione della domanda. Non solo il voto di laurea e i meriti universitari, ma anche la nazionalità dello studente e della famiglia alle sue spalle. Nel bando si legge infatti che il beneficiario dovrà essere – testualmente – «di nazionalità italiana» e «figlio di famiglia italiana e residente in Italia». Dopo le polemiche l’Accademia ha subito sospeso il bando, sostituendolo con un comunicato in cui si specifica che l’istituzione privata «non ha mai giuridicamente avuto nessuna facoltà né di modificare né di disattendere le indicazioni testamentarie contenute nel lascito della Signora Petrazzini (firmataria e autrice delle clausole delle borse di studio ndr), per le quali non ha pertanto nessuna responsabilità». 


Il cavillo giuridico che non permette modifiche al contenuto del lascito

Il cavillo giuridico fa leva sul fatto che quando un lascito viene accettato, ne vanno rispettate anche le clausole, salvo che non intervengano gli eredi a modificarne il contenuto. La scelta dell’Accademia di accettare il lascito è stata legata a un «senso di responsabilità nei confronti delle nuove generazioni di studiosi», ma non aveva intenzione di essere discriminante, men che meno su problemi di «giustizia sociale e politica», anche preso atto delle «sensibilità diverse» che si sono evolute nel corso degli ultimi anni.

La soluzione dell’Accademia

Mossi dalla volontà di non mettere in atto discriminazione di alcun genere, anche a costo di perdere il finanziamento di ricerca legato al lascito della Signora Petrazzini, per risolvere la questione l’Accademia delle Scienze ha convocato anticipatamente il Consiglio di Presidenza, che dovrebbe aver luogo entro l’ultima settimana di marzo, disponibilità dei soci permettendo.