«Cane, sei già morto perché noi ti ammazziamo». Minacce ad Angelo, già vittima di omofobia

Dopo un’aggressione, un tentativo di appiccare fuoco alla sua casa, graffiti e vandalismo è il turno degli insulti in pubblico. La sua colpa? Vivere con il suo compagno, a Verona

«Comunista di merda, cane randagio! Sei a Verona, ricordatelo!» Il 30 marzo, difronte al Palazzo della Gran Guardia di Verona, dove era in corso il Congresso delle Famiglie, due uomini hannoinsultato e minacciato alcuni manifestanti contrari al congresso.Lo mostra un video di Servizio Pubblico, girato da Silvia De Santis. Poco prima, uno deidueavevainneggiato a Salvini e aggredito verbalmente una poliziotta in borghese.


L'uomo a cui sono stati rivolti gli insulti è Angelo Amato. Raggiunto al telefono, ha raccontato a Open che prima dello scambio che è stato filmato, l'uomo l'avrebbe riconosciuto e gli avrebbeurlato «culattone di merda» per poi guardarlo negli occhi e minacciarlo:«Ricordati che sei già morto perché noi ti ammazziamo». Angelo, veronese, da mesi vittima di omofobia, ha risposto: «Fascisti, Assassini! Vergognatevi! Siete voi che siete venuti a casa con la benzina di notte!»


La storia di Angelo Amato

È stato infatti con una tanica da trentalitri di benzina che un uomo ha fatto irruzione nella casa in provincia di Verona doveAngelo vive con Andrea, il suo compagno. È entrato nella notte e ha versato il liquido infiammabile sui muri della casa. «Penso che sia un miracolo che quell'incendio non sia partito», commenta Angelo in un'intervista a Open.

La mattina dopo, al risveglio, i due hanno trovato le ruote della macchina bucate e la casa coperta di svastiche e graffiti: «Culatoni bruciate», «Vi metteremo tutti in una camera a gas». Sono poi seguite lettere di insulti, e pochi giorni fa, la statua decorativa che la coppia teneva in giardino è stata decapitata.

«Cane, sei già morto perché noi ti ammazziamo». Minacce ad Angelo, già vittima di omofobia foto 1

Gli atti vandalici a casa di Angelo e Andrea

Fino all'estate scorsa, la coppia, sposata in Spagna tre anni fa, non aveva subito particolari molestie. Ma l'11 agosto 2018 Andrea era stato insultato e spintonato in Piazza Bra, mentre rincasava con il compagno, mano nella mano. Uno degli aggressoriè stato identificato e denunciato per lesioni.

La faccenda era stata mediatizzata, e da allora, i due non hanno più pace. Titolari di un'impresa edile nella provincia di Verona, Angelo e Andrea affermano dinon riuscire più a lavorareperché i clienti «con una scusa o con un'altra» annullano le commissioni.

«Stiamo cercando di costruire una barriera davanti a casa ma il nostro comune ci sta facendo dei problemi incredibili, è un accanimento», racconta Angelo, che conclude: «Comunque noi abbiamo una corda pronta a casa, forse daremo soddisfazione a tutte queste merde, a questa città a maggioranza di destra. Ci attaccheremo via, cosi andiamo via da Verona».

Chi sono i due uomini che l'hanno insultato

Uno dei due uomini ripresi nel video (non quello che urla all'indirizzo di Angelo) è lo stessoche,passeggiando sabato di fronte alPalazzo della Gran Guardia, ha iniziato a urlare: «Salvini uno di noi, uno di noi, Salvini uno di noi!», agitando il braccio teso verso l’alto.

Dopo queste prime urla si è poi calato i pantaloni,mostrando il fondoschiena e urlando imprecazioni dialettali.Dopo questo gesto è immediatamente intervenuta un’agente in borghese.«Adesso basta, basta», ha intimato all’uomo. Lui si è ulteriormente alterato iniziando aurlare con tono di sfida: «Che problema c'è? Arrestami! Eccoti il documento».

«Stai al posto tuo, il c*** a me non lo fai vedere», ha risposto la poliziotta in borghese.L’uomo, con fare visibilmente sempre più aggressivo, ha continuato a urlare contro l’agente che lo invitava a placarsi.Poi è stato allontanato ma, ancora alterato, si è avvicinato a un giornalista rivolgendogli numerosi insulti omofobi, per poi sputarlein faccia.

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