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Verona, si avvicina il Congresso delle Famiglie. «L’omosessualità? Si può guarire»

15 Marzo 2019 - 06:12 Angela Gennaro
Matteo Salvini andrà, Luigi Di Maio no. Insieme a Fontana, Bussetti, Zaia, anche la croata che si è battuta contro i matrimoni gay e la controversa scrittrice De Mari. Mentre continua il "giallo" sul patrocinio della presidenza del Consiglio

Con un asciutto «Sì», Matteo Salvini conferma che andrà al Congresso delle famiglie di Verona previsto dal 29 al 31 marzo, la città del ministro della Famiglia e della Disabilità Lorenzo Fontana (presente a sua volta all'appuntamento di fine marzo). Meno asciutta è la conferma che no, l'altro vicepremier non ci sarà. «Il fatto che Salvini abbia deciso di partecipare è una sua decisione», ha commentato Luigi Di Maio.

«Dico solo che chi si permette di dire che le donne devono stare in casa e badare alla famiglia come se fossero esseri inferiori non fa parte della cerchia delle mie amicizie di frequentazioni e non rappresenta il mio ideale politico». Il capo politico dei 5 Stelle è stato tutt'altro che tenero con i partecipanti al raduno. «Chi tratta le donne a quel modo considerandole esseri inferiori per me non è degno di nota», ribadisce Di Maio. «Figuriamoci se è una persona che può rappresentare la mia idea di Paese».

E continua il "mistero" sul patrocinio al raduno di Verona da parte della presidenza del Consiglio dei ministri: gli uffici del segretariato generale di Palazzo Chigi avrebbero chiesto un supplemento di verifica al dipartimento dell'Editoria e al dipartimento per la Famiglia sulla concessione del patrocinio al World Congress of Families.

Gli uffici hanno chiesto in particolare di verificare se persiste il fine non lucrativo della manifestazione, tra le condizioni per la concessione del patrocinio da parte di Palazzo Chigi. Patrocinio che, si sottolinea ancora una volta, è stato concesso autonomamente dagli uffici del ministro Lorenzo Fontana.

Arcobaleno? No, grazie

Ma qual è l'idea di paese che emerge dal Congresso mondiale delle famiglie che si terrà a Verona a fine marzo, pullulante di oltranzisti, omofobi, reazionari italiani e stranieri? Un mondo in cui le famiglie gay, semplicemente, «non esistono», ha detto fin dal primo minuto l'allora neoministro della Famiglia e della Disabilità Lorenzo Fontana, che metteva al vertice della sua agenda la natalità.

Verona, si avvicina il Congresso delle Famiglie. «L'omosessualità? Si può guarire» foto 4

Grafica / Vincenzo Monaco

Tra i partecipanti a Verona anche Jim Garlow, fervente pastore antiabortista made in US che ha già avuto a dire che, in caso di legalizzazione delle unioni omosessuali, «la schiavitù cadrà su di noi». Aggiungendo: «Se fossi Satana, vorrei distruggere l'immagine di Dio sulla terra. Ecco perché il matrimonio è una questione così scottante. Non è solo la questione dell'omosessualità. È molto di più di questo. […] Vogliono distruggere l'immagine stessa di Dio sul pianeta. Questo è un evento demoniaco che accade in mezzo a noi». Glaad, Gay & Lesbian Alliance Against Defamation – un'organizzazione no-profit di attivismo LGBT – ha messo insieme altre frasi del reverendo, tra cui il paragone tra i figli delle coppie non etero agli orfani dell'11 settembre.

Željka Markić

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Grafica / Vincenzo Monaco

«Preferirei dare mio figlio all'orfanotrofio piuttosto che in adozione a una coppia dello stesso sesso»: è il pensiero di Željka Markić, tra i nomi presenti a Verona a fine marzo. È la presidente e fondatrice dell'associazione croata Per conto della famiglia, che nel 2013 ha avviato con successo un referendum sul matrimonio gay in Croazia il cui esito è stato la ridefinizione costituzionale del matrimonio come unione strettamente eterosessuale.

Markić, madre di quattro figli, si è anche opposta alla ratifica da parte della Croazia della Convenzione di Istanbul, la convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. Un'inchiesta realizzata da BIRN, Balkan Investigative Reporting Network, ha rivelato pochi mesi fa come ci sia una rete di attivisti, avvocati e consulenti ultra-conservatori che sta crescendo e che sta condividendo strategie e risorse superando i confini.

Silvana De Mari

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Grafica / Vincenzo Monaco

«L'atto sessuale tra due persone dello stesso sesso è una forma di violenza fisica usata anche come pratica di iniziazione al satanismo». Parola di Silvana De Mari, proctologa, scrittrice e ultra-cattolica relatrice al congresso di Verona. «L'omosessualità, termine improprio, visto che la sessualità è soltanto fra un uomo e una donna, è un comportamento biologicamente perdente», ha dichiarato in un'intervista a ProVita.

«Sono la prima a riconoscere che è molto difficile uscirne, ma è altrettanto vero che gli ex gay sono più numerosi di coloro che si professano tali, anche se nessuno lo dice». «Io favorevole all'omofobia?», tuonava poco tempo fa ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo. «Io sono a favore della libertà di pensiero che non può essere imbrigliata. Non è un diritto umano non essere offesi. Il diritto umano è il diritto di parola».

Allan Carlson

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Grafica / Vincenzo Monaco

Il punto è che non essere etero e tradizionali non è un affare, a detta di Allan Carlson, autore e co-fondatore dell'Howard Center for Family,Religion & Society – e fondatore del World Congress of Families. «Le deviazioni dal comportamento sessuale naturale non possono davvero soddisfare lo spirito umano», sostiene il professore sostenitore della "famiglia naturale" e già presidente del think tank ultraconservatore Rockford Institute. Carlson ha criticato più volte l'impatto del femminismo sul ruolo della donna nella società, considerandolo disastroso come gli effetti che avrebbe sulla famiglia.

Di ministri e politica

A Verona non mancherà Renzo Puccetti, il medico sponsor dell'obiezione di coscienza. Oltre a Lorenzo Fontana, ministro della Famiglia, e a Salvini, parteciperà anche il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti. Ci sarà il senatore leghista Simone Pillon, insieme all'organizzatore del Family day Massimo Gandolfini.

Prevista la partecipazione anche del governatore leghista della Regione Luca Zaia, a cui D.i.Re, Donne in rete contro la violenza (che riunisce 80 organizzazioni che gestiscono 116 centri antiviolenza e 96 case rifugio per donne vittime di violenza in 18 regioni), e Iris, il Coordinamento veneto dei centri antiviolenza, hanno chiesto di ritirare il patrocinio concesso al Congresso mondiale delle famiglie.

«Il Congresso mondiale delle famiglie, organizzato da alcune delle più agguerrite associazioni antiabortiste americane in collaborazione con le sue omologhe italiane, promuove come 'famiglia naturale' quella composta esclusivamente da un uomo e una donna, possibilmente legati da matrimonio indissolubile e esprime in realtà un attacco molto forte ai diritti e a libertà di tutti e di tutte», si legge nella lettera a Zaia.

«Saranno presenti esponenti politici di governi dove l'omosessualità è reato o viene perseguita, – aggiunge il governatore – dove l'aborto è illegale o dove vengono sistematicamente presentati progetti di legge per renderlo tale».

La concessione del patrocinio da parte della Regione Veneto contraddice «tutto il lavoro fatto in questi anni dal punto di vista normativo e di implementazione di servizi per il contrasto della violenza maschile sulle donne, impegno che ha visto al fianco della Regione in un rapporto di confronto leale anche le realtà che operano per il contrasto alla violenza maschile».

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