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Ocse: «Italia in stallo. Reddito di cittadinanza? Rischia di incoraggiare il lavoro nero»

01 Aprile 2019 - 14:30 Redazione
Il Pil dovrebbe registrare una contrazione dello 0,2% nel 2019 e un aumento dello 0,5% nel 2020. Criticate le misure del governo. Di Maio risponde:  «Le politiche di austerity le facessero a casa loro»

Se a inizio marzo suonava come un allarme, un mese dopo è una constatazione: «L’economia italiana oggi è ufficialmente in uno stallo della crescita». Ad affermarlo è il segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), Angel Gurrìa, in occasione della presentazione del rapporto Ocse sull’Italia al ministero dell’Economia e delle Finanze.

«Il rallentamento dell’economia sottolinea ancora una volta l’urgenza di sviluppare politiche per rivitalizzare la crescita – prosegue Gurrìa-.Un debito pubblico elevatolimita la capacità di bilancio e fa correre grandi rischi al sistema bancario». «Sono consapevole che molto di più dovremo fare – gli fa eco il ministro dell’EconomiaGiovanni Tria -. Condivido la necessità ditenere presenti le indicazioni dell’Ocse, ma ricordo anche comene abbiamo tenuto conto fino aoggi».

Le previsioni sul Pil

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Secondo il rapporto Ocse presentato oggi al Mef, l’economia italiana – dopo una modesta ripresa – si sta ora indebolendo. A distanza di quasi un mese, vengono confermate le stime dell’Interim Economico Outlook, in base al quale il prodotto interno lordo dovrebbe registrare una contrazione dello 0,2% nel 2019 e un aumento dello 0,5% nel 2020.

Inoltre,stando al report, il disavanzo delle finanze pubbliche passerà dal 2,1% del Pil nel 2018 al 2,5% nel 2019 e l’indebitamento crescerà al 134% del Pilnel 2019 e al 135% nel 2020. Ancora in rialzo – peraltro – il tasso di disoccupazione che dal 10,6% del 2018 crescerà al 12% nel 2029 e al 12,1% nel 2020. In flessione invece l’inflazione che rallenteràdall’1,2% del 2018 allo 0,9% nel 2019 e allo 0,8% nel 2020. «La riduzione del rapporto debito/Pil rimane tra i nostri obiettivi obiettivi di Governo», assicura Tria.

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Ocse: «L’Italia ha bisogno di riforme per la crescita»

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Ciò che è veramente essenziale per la crescita dell’Italia, secondo il rapporto economico dell’Ocse, è che l’Italia vari «un vasto pacchetto di riforme pluriennali volto ad aumentare la produttività e la crescita dell’occupazione». Necessario è dunque «ripristinarela fiducia nella capacità del Paese di avviare riforme per una crescita più solida e inclusiva».

Con il pacchetto di riforme suggerito dall’Ocse, si avrebbe unaumento dell’occupazione, del benessere, della crescita edella produttività. In particolare, stando al rapporto, «entro il 2030 la crescita annuale del Pilpasserebbe dallo 0,6% previsto con le politiche attuali a oltre l’1,5%». E dunque contribuirebbe alla «diminuzione del rapporto debito/Pil».

«Le sfide cui deve far fronte l’Italia possono sembrare sconfortanti – commenta Gurrìa -ma, adottando misure appropriate, potremmo insieme creare una situazione favorevole per tutte le regioni del Paese e per tutte le generazioni italiane».

Le critiche al Decretone

Il rapporto economico firmato Ocseboccia, di fatto, quota 100 e reddito di cittadinanza:«La misura pensionistica bandiera del governo gialloverde- si legge nello studio- farà rallentare la crescita, aumentare il debito pubblico e incrementare le disuguaglianze sociali». In particolare, l’abbassamento dell’età pensionabile a 62 anni con almeno 38 anni di contributi «rallenterà la crescita nel medio termine, riducendo l’occupazione tra le persone anziane e, se non applicata in modo equo sotto, accrescerà la disuguaglianza intergenerazionale e farà aumentare il debito pubblico».

«Sappiamo che questa è una misura temporanea – ha spiegato Gurrìa – ma come ex ministro delle Finanze so che non c’è niente di più permanente di una misura temporanea». Secondo il segretario generale dell’Ocse, questi soldi potrebbero essere usati per il «sostegno all’occupazione e la promozione dell’equità tra le generazioni». Quanto al reddito di cittadinanza, avrà «scarsi effettisulla crescita e rischia di incoraggiareil lavoro nero e di creare trappole della povertà».

A stretto giro arrivala replicadel ministro per lo Sviluppo economico Luigi di Maio sulle critiche mosse dall’Ocsealle misure introdotte dal governo gialloverde:«Le politiche di austerity le facessero a casa loro». E in serata anche quella del ministro dell’Interno Matteo Salvini: «Quello che dice l’Ocse è sbagliato».

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Anche Tria, in sede di presentazione del rapporto alla stampa, difende la misura pensionistica:«La Pa italiana ha i dipendenti più anziani dei Paesi avanzati, per questo bisognava intervenire – ha ribattuto il ministro -. Il risultato andrà monitorato e aiutatoportando maggiore efficienza al ricambio generazionalee intervenendo rafforzando la produttività».

I cervelli in fuga

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Il rapporto si concentra anche sui giovani italiani che, in misura crescente, «sono spinti ad emigrare e tra di loro sale il tasso di povertà, che resta elevato».«I tassi di povertà assoluta per i giovani – si legge nel rapporto – sono nettamente aumentati dopo la crisi e rimangono elevati. Variano notevolmente da una regione all’altra e al Sud sono tra i più elevati dell’Unione Europea». Secondo lo studio dell’istituto di Parigi, «La penuria di opportunità professionali spinge molti giovani a emigrare, aggravando il processo già rapido di invecchiamento della popolazione».

L’occupazione

Per quanto riguarda l’occupazione, l’Ocse prevede che nel 2019 il tasso di disoccupazione crescerà al 12% dal 10,6% del 2018 e nel 2020 salirà ancora al 12,1%. Nonostante sia aumentato, è però ancora uno dei più bassi tra quelli dei Paesi dell’Ocse, in particolare per le donne. Inoltre, la qualità del lavoro è bassa e le disuguaglianze tra gli impieghi e le qualifiche dei lavoratori sono molto pronunciate se paragonate su scala internazionale. La crescita della produttività è stata debole o negativa negli ultimi 25 anni.

Rinnovabili e rifiuti

Tra gli altri focus, il rapporto Ocseevidenzia anche come le fonti di energia rinnovabili si siano sviluppate rapidamente dal 2000 al 2015 circa ma «da allora sono in fase di stallo». In particolare, lo studio richiama l’attenzione sull’elevato inquinamento atmosferico che causa un alto tasso di mortalità elevata e danneggia il benessere.Tra le lacune della pubblica amministrazione, l’Ocsesottolinea «l’irregolarità nella raccolta e nel trattamento dei rifiuti» e «lecarenze nella gestione dei rischi idrogeologici».

Il tenore di vita degli italiani

Èfermo a quasi 20 anni fa il tenore di vita degli italiani. Secondo l’Ocse, infatti, «È quasi pari a quellorilevato nel 2000». Non solo: «Negli ultimi decenni, le grandi disparitàregionali si sono ampliate».Stando al rapporto dell’Istituto di Parigi, “I tassi di occupazione diversi nel Paese spiegano in larga misura la differenza del tenore di vita tra una regione e l’altra».

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