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Spadafora affossa il ddl Pillon. Lo scontro tra Lega e M5S è (ancora) sulla famiglia

01 Aprile 2019 - 11:36 Redazione
Il ministro della famiglia Fontana accusa gli alleati di governo di volere solo provocare. E i 5 Stelle chiedono a Salvini di smentire il titolo apparso su Repubblica:«Qui o comando io o faccio cadere il governo»

«Quel testo non arriverà mai in aula. È archiviato». Le parole sono del sottosegretario M5Scon delega alle Pari opportunità Vincenzo Spadaforae decretano la fine, per il Movimento 5 Stelle, del disegno di legge Pillon(che punta a modificare il diritto di famiglia e l’affido dei minori).«Adesso bisogna scrivere un nuovo testo, che probabilmente prenderà anche qualcosa di buono, ma molto poco, per andare incontro ai temi del diritto di famiglia, ma non come aveva pensato Pillon. Sono state fatte le audizioni in Commissione Giustizia, adesso c’è un nuovo tavolo Lega-M5S al quale sono invitate anche le opposizioni», ha spiegato il sottosegretario a Omnibus su La7.

La reazione da parte degli alleati di governo leghisti è affidata al capogruppo in Senato Massimiliano Romeo: «Non si può certo archiviare quello che è previsto nel contratto di governo». Ma per capire la situazione, basta tornare alle posizioni ribadite nei giorni scorsi dai due vice-premier. Matteo Salvini, a margine del Congresso delle famiglie di Verona aveva ostentato tranquillità:«Il ddl Pillonè solo il punto di partenza. Sarà modificato in Parlamento». Mentre Luigi Di Maio aveva anticipato le parole di Spadafora:«Questo disegno di legge è lungi dall’arrivare in aula finché non sarà modificato per tutelare i diritti delle mamme e dei bambini».

Spadafora affossa il ddl Pillon. Lo scontro tra Lega e M5S è (ancora) sulla famiglia foto 1

Ansa/Carconi|Roma, 30 marzo. Evento dell’agenzia nazione per i giovani

A questo, si era aggiunta la tensione sul tema delle adozioni con l’accusa del capo leghista (proprio al sottosegretario M5S) di non lavorare abbastanza sul tema, chiamando in causa anche il presidente del Consiglio Conte. Con una nota di palazzo Chigi, si invitava a «rimboccarsi le maniche, lavorare nei ministeri tutti i giorni e studiare le cose prima di parlare altrimenti si fa solo confusione.La delega in materia di adozioni di minori italiani e stranieri è attualmente ed è sempre stata in capo al ministro della Lega Fontana il Presidente del Consiglio ha solo mantenuto le funzioni di Presidente della Commissione per le adozioni internazionali».

Il ministro della Famiglia Fontana, al centro delle polemiche per il patrocinio al congresso di Verona, ha lanciato addirittura un ultimatum agli alleati di governo.«I 5 Stelle ci coprono di insulti. Abbiamo fatto tanto, magari loro dormivano. È evidente che se qualcuno continua a provocare vuole una reazione», ha detto al Corriere della Sera.

E dal Movimento 5 Stelle arriva la richiesta di rettifica per l’articolo apparsodalle colonne di un altro quotidiano (La Repubblica):«Oggi Repubblica attribuisce a Matteo Salvini una frase, che potremmo sintetizzare in: “Qui o comando io o faccio cadere il governo”.Se fosse vera sarebbe gravissima. Ci auguriamo smentisca, anche perché di uomini soli al comando come Renzi e Berlusconi ne abbiamo già avuti. Se c’è qualcuno che comanda per noi sono gli italiani».

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