«2001: Odissea nello spazio» compie 51 anni: con Hal 9000 Kubrick ha previsto il futuro

Il misterioso monolite, gli ominidi, e una delle colonne sonore più famose nel mondo del cinema. La pellicola del 1968 è un cult, ma non solo per questo. Di mezzo c’è anche Hal 9000

Se c’è una cosa che 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick ha fatto, oltre a rivedere il concetto di film di fantascienza, sovvertire alcuni canoni della cinematografia, avere una delle colonne sonore più famose nella storia e un finale che ancora oggi lascia basiti, è avere in qualche modo anticipato quello che la tecnologia avrebbe conquistato nel futuro. Oggi, 2 aprile, 2001: Odissea nello spazio compie 51 anni. Il caso a cui facciamo riferimento è quello di Hal 9000, il supercomputer di bordo della nave spaziale Discovery. Con un nome che è l’acronimo di «Heuristic Algorithmic» (algoritmico euristico), Hal 9000 è dotato di un’evoluta intelligenza artificiale che gli consente di riprodurre tutte le attività della mente umana, di parlare con voce umana e di governare l’astronave Discovery anche senza equipaggio, di dialogare con gli astronauti e di provare emozioni.


Assistente vocale

Se ci pensiamo, il fatto che Hal 9000 possa interagire con gli umani, parlare e risolvere problemi quotidiani altro non è che l’anticipazione in versione spaziale quello che vediamo oggi con gli assistenti vocali. Il primo marchio che ha fatto da apripista è stato Apple che nel 2011 ha lanciato Siri, ancora oggi presente nei prodotti dell’azienda. Poi sono arrivati gli altri. Non più solo un software dentro il sistema operativo di uno smartphone ma un oggetto con cui governare tutta la casa, come Google Home di Google o Alexa di Amazon. Secondo la società Strategy Analytics alla fine del 2018 erano stati venduti quasi 23 milioni di questi dispositivi, con un aumento del 200% rispetto al 2017.


Guida autonoma

Un altro capitolo potrebbe essere dedicato alla capacità di Hal 9000 di poter guidare l’astronave anche senza l’ausilio di un equipaggio umano. Questo potrebbe essere associato alle auto a guida autonoma, esperimento cominciato – secondo Wired – già negli anni Venti, ma che in questi ultimi anni sta prendendo piede con il coinvolgimento di più case automobilistiche come Tesla, Audi e Bmw, che stanno tentando di portare il progetto a livelli sempre migliori. Nel 2014 sono stati teorizzati dalla Sae (Society of Automotive Engineering) cinque livelli di autonomia per le auto: non siamo neanche al livello tre.

Le emozioni dell’intelligenza artificiale

Oggi ci sono tecnologie in grado di riconoscere le espressioni facciali, la postura, la gestualità del corpo, il tono di voce, un po’ come faceva anche Hal 9000. Le più sofisticate possono registrare anche gli indici fisiologici connessi all’emozione per poi replicare a loro volta quello che hanno appreso. Nonostante il tema delicato e controverso, l’intelligenza artificiale sarà sempre più simile a quella umana e potrebbe avere ripercussioni o implicazioni sociali non indifferenti. Quello che per ora è stato dimostrato in un esperimento dell’agosto 2018 è che gli esseri umani sanno essere molto empatici con l’intelligenza artificiale.