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Salvini-Raggi: scontro continuo sulla Capitale

14 Aprile 2019 - 10:12 OPEN
Sicurezza, degrado, metropolitane bloccate. Con questi argomenti il leader leghista prova a lanciare l'Opa su Roma

L’ultimo scambio di battute tra il leader leghista e la sindaca di Roma risale a 24 ore fa. E visto che Matteo Salvini viene accusato quasi quotidianamente di ammiccare alle vecchie parole d’ordine e alle immagini del ventennio, si potrebbe dire – ironicamente – che ieri abbia cominciato davvero la sua marcia su Roma.

Dalla pista della Formula E, il ministro dell’Interno ha detto che il governo «non potrà regalare soldi a una città dimenticandosi le altre» ed elencato i mali della Capitale: degrado, topi, buche, metropolitane ferme. Virginia Raggi lo ha accusato di immaturità: «Fa piacere che sia passato dal chiedere ‘vagoni della metro senza terronì’ a riconoscere che, grazie a noi, si guarda finalmente al futuro. Il ragazzo sta crescendo».

La sfida in romanesco

Ma non è di certo la prima volta: pochi giorni prima i due avevano usato invece il dialetto romano: «Roma ha bisogno di un’attenzione quotidiana. Quando ho due minuti preferisco comunque fare due passi per la città, tra la vita reale e i romani che mi dicono ‘Daje Mattè!». Uscendo da Palazzo Chigi per la presentazione degli Internazionali di tennis la sindaca aveva replicato: «A Roma si risponderebbe così: Salvini, magna tranquillo».

Non c’è insomma la possibilità di avere un sindaco leghista per la Capitale, secondo Virginia Raggi. In Campidoglio c’è un unico consigliere comunale della Lega, Maurizio Polito, che poco meno di un anno fa aveva lasciato il gruppo di Fratelli d’Italia per aderire al Carroccio. Non era mai successo dai tempi della fondazione del partito di Umberto Bossi (nel 1989) e dello slogan, allora molto gettonato, «Roma ladrona».

Le occupazioni

All’inizio del 2019 è il tema degli sgomberi a creare tensione tra la sindaca e il ministro dell’Interno. Lo stabile dell’ex Penicillina era stato ri-occupato a quaranta giorni dallo sgombero. Così, senza nominarlo, Virginia Raggi si rivolse a Salvini: «Sono stati spesi soldi pubblici, impegnati uomini e risorse. E ora c’è il rischio di dover ricominciare da capo. Dopo sgomberi occorre sorveglianza».

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Sono circa 90 gli edifici occupati nella Capitale e la sindaca aveva ripetutamente indicato nel ministero il principale responsabile degli sgomberi: «Non decide Roma ma il ministero dell’Interno e la Prefettura. Il Comune deve prendersi in carico le persone fragili. Roma ha la capacità di farsi carico di 10.000 persone? No, quindi abbiamo iniziato con le situazioni più urgenti». Matteo Salvini ha ripetuto di volere sgomberare tutti le occupazioni abusive, nessuna esclusa. Solo pochi mesi fa però in Campidoglio era stata approvata una mozione M5S-Pd per lo sgombero di Casapound da via Napoleone 111: Fratelli d’Italia e Lega avevano votato contro.

La sicurezza

A novembre 2018, fresca di assoluzione (con formula piena) dall’accusa di falso documentale per la nomina di Raffaele Marra, Virginia Raggi era stata intervistata in tv e da lì aveva mandato un messaggio a Salvini: «Sto aspettando i 250 uomini delle forze dell’ordine che aveva promesso. Li sto aspettando perché sul tema della sicurezza a Roma, così come in tutte le altre città, questo è un tema che devono affrontare le forze dell’ordine». Una promessa fatta dal ministro dell’Interno davanti all’edificio in cui fu ritrovato il corpo di Desiréè Mariottini, 16enne di Cisterna di Latina, violentata e poi uccisa la notte del 18 ottobre.

I bus incendiati

L’8 maggio 2018 un autobus aveva preso fuoco in via del Tritone. Il governo giallo-verde non si era ancora formato e il leader leghista aveva riservato poche parole alla sindaca: «Raggi svegliati». Insomma la Capitale è uno dei prossimi obiettivi del leader leghista. E se ora la campagna elettorale del Carroccio per le Europee sarà chiusa a Milano, è solo – sostiene Salvini – perché a Roma ha già fatto una «bella manifestazione». Era l’8 dicembre e il leader leghista, per un giorno, si era preso piazza del Popolo.

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