Conte: «Una crisi umanitaria in Libia sarebbe devastante per l’Italia»

Il presidente del Consiglio auspica una soluzione politica e non militare. Dopo il vertice bilaterale con il vice-premier del Qatar, l’incontro con quello del governo di accordo nazionale della Libia, Ahmed Maitig

«Adesso non è il momento di dividerci, di affidarsi a una dialettica»: il richiamo del presidente del Consiglio Conte ai suoi vice-premier è arrivato dopo l'incontro bilaterale con il vicepremier del Qatar Mohammed al Thani, che ha preceduto il vertice bilaterale con il vice-presidente del consiglio presidenziale libico, Ahmed Maitig.


Intanto il dibattito sui porti da tenere aperti o chiusi in caso di guerra in Libia continua tra Lega e 5 Stelle, dopo le prese di posizione di Di Maio e di Salvini. «Bisogna ricostruire il percorso verso una soluzione politica, che costituisce l'unica opzione sostenibile» ha detto il premier Conte dopo un'ora di incontro con Ahmed Maitig.


Il vicepremier libico vedrà il ministro dell'Interno Salvini il 16 aprile, dopo la visita fatta a luglio a Roma quando incontrò il vicepremier Di Maio, il ministro della Difesa Trenta e il ministro dell'Interno. Proprio in quell'occasione Salvini rilanciò la richiesta fatta da Maitig, che voleva navi e armi per «combattere il traffico di migranti».

«Dobbiamo scongiurare una crisi umanitaria che potrebbe preannunciarsi devastante non solo per le ricadute sull'Italia e dell'Ue ma nell'interesse delle stesse popolazioni libiche» ha ammesso Giuseppe Conte.

Un dato preannunciato dal capo del governo libico sostenuto dalle Nazioni Unite, dall'Europa e dal Qatar, Fayez al-Serraj in un'intervista al Corriere della Sera e a Repubblica: la guerra civile potrebbe spingere 800mila migranti e cittadini libici – tra cui terroristi – a salpare verso l'Italia.

Al vicepremier qatarino Al Thani «ho ribadito la forte preoccupazione dell'Italia per questa deriva militare in Libia, non riteniamo che questa possa essere la soluzione. Auspichiamo un cessate il fuoco immediato e il ritiro delle forze dell'Lna (Lybian National Army di Haftar, ndr)».

L'Italia immagina dunque una soluzione politica, e non militare. Proprio come gli Stati Uniti, citati da Conte, che però stanno attuando nel Paese una evidente strategia di disimpegno.