«Bullismo e cyberbullismo come lo stalking». La proposta del M5s

Disciplina più stringente e multe salate, ma anche la reclusione, per chi commette atti di bullismo. Questo è quanto previsto dall’accordo che dovrebbe arrivare a breve tra le due forze di maggioranza del governo

Lega e Movimento Cinque Stelle stanno lavorando insieme a una nuova proposta di legge sul bullismo e il cyberbullismo, temi presenti, tra l’altro, nel contratto di governo. L’obiettivo della proposta è quello di ampliare l’attuale legge sul contrasto e la prevenzione del cyberbullismo e renderla ancora più stringente, soprattutto per gli atti di aggressione, molestia, ricatto e denigrazione che avvengono sul web. Lo scopo della legge, spiega il primo firmatario Devis Dori del Movimento 5 Stelle, è quello di «intervenire ai primi sintomi di aggressività, con un progetto di intervento educativo determinato dal Tribunale dei minorenni in base alle specifiche esigenze». 


«Bullismo e cyberbullismo come lo stalking». La proposta del M5s foto 1


L’intervento automatico della procura

Tra le novità c’è prima di tutto «l’obbligo di segnalare tempestivamente, senza una valutazione discrezionale circa la gravità dell’atto, tutti gli episodi di bullismo alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni», così come riferito dai Cinque Stelle in una nota scritta. Altro punto saliente è l’intenzione di considerare i casi di bullismo e cyberbullismo come lo stalking, applicando l’articolo 612 bis del codice penale, che punisce con la reclusione da sei mesi a cinque anni chi «con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura». L’intenzione è quella di aggiungere anche due aggravanti: quando il reato è commesso da tre o più persone o quando è commesso con finalità discriminatorie.

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 Instagram | il firmatario della proposta Devis Dori

Il compito della famiglia

Un altro aspetto della norma sarà la centralità del ruolo della famiglia: «I genitori», si legge in una parte di testo riportata dal Messaggero, «devono cambiare marcia, svegliandosi dall’immobilismo in cui spesso si trovano avvolti, incapaci di reagire davanti ai pericoli della rete che inducono sempre più spesso bambini, anche molto piccoli, a essere vittime». E ancora: «I genitori non sono esenti da responsabilità né quando si trovano in casa un bullo, né quando hanno in casa una vittima».

Due “internet” diverse per maggiorenni e minorenni

Il nuovo testo, che non è ancora stato redatto, punta a creare due “corsie” per la connessione a internet: una per gli utenti maggiorenni, l’altra per i minorenni. L’obiettivo dei firmatari è imporre a chi offre Internet – nel gergo tecnico, provider- l’obbligo «di offrire a chiunque abbia un accesso ad Internet servizi di Navigazione Differenziata». Uno degli obiettivi sarà anche quello di punire chi fornisce la connessione a Internet, e che non adempie all’ordine dell’Autorità giudiziaria, di interrompere la trasmissione di scritti, disegni o immagini osceni, ricorrendo anche a multe da 10 a 50 mila euro.

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