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Il viceministro leghista: «I porti italiani non sono chiusi. Si decide caso per caso»

Continua la tensione tra Lega e 5 Stelle sulla gestione della crisi libica e sulle conseguenze per l'Italia. «Il ministro della Difesa Trenta, in caso di guerra in Libia, dovrà dire qualcosa e non certo sui porti aperti o chiusi» sostiene Edoardo Rixi, numero due del ministero delle Infrastrutture

«I porti italiani restano chiusi», ripetono frequentemente gli esponenti leghisti, anche di fronte all'escalation di violenza in Libia. Matteo Salvini ne ha fatto un hashtag che rilancia anche oggi dai suoi profili social: «Ci sono centinaia di potenziali terroristi pronti a partire dalla Libia».

Ma il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi (Lega) ammette: «Non esiste un provvedimento di chiusura o apertura porti. Ma si decide ogni volta, per ogni singolo caso», confermando quantospiegato a Open dall'avvocato Alessandra Ballerini.

Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha spiegato che la questione porti aperti/chiusi «è una semplificazione per il grande pubblico». Intanto tra Lega e 5 Stelle continua il dibattito sulle competenze sulle conseguenze per l'Italia in caso di guerra civile in Libia: secondo il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli (M5S) l'approccio dei porti chiusi «potrebbe non bastare se dovessero arrivare migliaia di richiedenti asilo».

Parole identiche a quelle pronunciate dalla collega della Difesa Elisabetta Trenta, che aveva addirittura detto di essere disponibile a spiegare la politica internazionale agli alleati della Lega. «Il ministro della Difesa, in caso di guerra in Libia dovrà dire qualcosa e non certo sui porti aperti o chiusi» frena ancora il numero due del ministero delle Infrastrutture Rixi.

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