«Mettere troppi like è pericoloso». La proposta del Regno Unito per proteggere i minori dai social

di OPEN

Per proteggere meglio gli utenti minorenni, il commissario all’Informazione inglese ha proposto di impedire loro di condividere troppe informazioni personali esprimendo i loro gusti sui social 

I social media dovrebbero fare di più per proteggere i giovani. Lo afferma Elizabeth Denham, il commissario all'Informazione inglese: «Internet è cablato nei cervelli dei minorenni, non dovremmo impedire ai nostri bambini di usare i social media, ma dovremmo esigere che loro siano protetti quando lo fanno. È a questo che serve il nuovo codice».


Con «nuovo codice», Denham si riferisce a un atto di protezione dati pubblicato iL 16 aprile, in cui, in 16 punti, la commissione stabilisce come i social media, giochi online e servizi di streaming dovrebbero mettere in atto dei sistemi di protezione per gli utenti che non hanno ancora compiuto i 18 anni. L'intento principale è quello di impedire che i ragazzi forniscano dati personali che possono essere utilizzati per creare contenuti pubblicitari personalizzato.


Le piattaforme usano infatti queste informazioni per il cosiddetto "nudging": incoraggiare gli utenti verso determinati comportamenti e dirigere implicitamente le loro decisioni. Da qui la proposta di impedire ai minorenni di esprimere la propria approvazione mettendo "like" ai post sui social network.

«Sistemi di ricompensa e incoraggiamento come i "like" spingono le persone a fidelizzarsi con il servizio e a aumentare la loro attività sulle piattaforme, permettendo alla piattaforma di raccogliere sempre più dati», spiega il documento. Su Facebook vengono pubblicati 3,2 miliardi di like e commenti al giorno.

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The Gender Spectrum Collection |

Il commissario ha anche proposto che l'impostazione di massima protezione della privacy diventi obbligatoria per gli under 18. La geolocalizzazione e la pubblicità personalizzata dovrebbero essere disabilitate e l'età degli utenti dovrebbe essere verificata in modo rigoroso per distinguere tra adulti e bambini. I parametri della privacy dovrebbero inoltre essere spiegati in una lingua comprensibile dai bambini.

Secondo Simone Cosimi, autore del libro Nasci, Cresci e Posta, la maggior parte delle piattaforme ha posto il limite di accesso ai 13 anni senza aver effettuato analisi approfondite sui diversi social network. Nel 2011 si è stimato i minori su Facebook fossero 20 milioni, di cui 7 sotto i 13 anni. Basta infatti dichiarare di avere più di 13 anni per essere abilitati a crearsi un profilo social.

Il codice ha già ricevuto il supporto della Società Nazionale di Prevenzione alla Crudeltà contro i Bambini (NSPCC). Il responsabile della sicurezza online della NSPCC, Andy Burrows, ha affermato che «I social network non sono mai stati in grado di dare la priorità alla sicurezza dei bambini, provocando tragiche conseguenze».

Se le aziende non rispettassero le norme, una volta introdotte, le multe potrebbero elevarsi a 20 milioni di euro. Il periodo di consultazione finirà il 31 maggio, e entro la fine dell'anno la normativa diventerà definitiva.

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