I dati delle app per il ciclo mestruale potrebbero servire a monitorare le dipendenti

Alcune applicazioni della “femtech” fornirebbero alle aziende i dati sulle lavoratrici, ad esempio quelli sullo stato di gravidanza

Avete mai sentito parlare di “sorveglianza mestruale”? Secondo un’inchiesta del Washington Post, le app per tracciare i giorni delle mestruazioni servirebbero alle aziende per raccogliere informazioni sulle proprie dipendenti.


Ad essere messa all’indice è stata l’Ovia Health, un’impresa che ha sviluppato diverse applicazioni per il monitoraggio del ciclo, compresi i giorni di fertilità e di ovulazione. L’azienda avrebbe condiviso questa serie di dati inseriti dalle utenti con «datori di lavoro e assicurazioni sanitarie».


Le informazioni condivise riguarderebbero anche lo stato della gravidanza e le stime dei tempi di congedo di maternità delle lavoratrici. Nonostante i dati restino anonimi, il datore di lavoro può trarne delle percentuali su quante delle proprie impiegate stiano tentando di avere un figlio, quante stiano avendo una gravidanza a rischio e quante, invece, sono in menopausa.

Non è la prima volta che il lato oscuro della “femtech”, la tecnologia che monitora la salute delle donne, viene a galla. Una gran parte di adolescenti italiani utilizza le app a pagamento per tracciare il ciclo come contraccettivo. L’affidabilità di questo metodo è piuttosto scarsa, nonostante la precisione del calendario le faccia sembrare molto affidabili.

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