Incidenti sul lavoro: Taranto e Torino prime per tumori e decessi

Tra i lavoratori dell’ex Ilva di Taranto la ricerca ha registrato 500 per cento di casi di cancro in più rispetto alla media della popolazione della città non coinvolta nelle attività dello stabilimento. Triste primato anche per Torino che, dopo Gorizia, ha la più alta percentuale di incidenza di tumori tra le malattie professionali

È una fotografia nera quella che emerge dai dati dell‘Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro in materia di infortuni sul lavoro e malattie professionali. È Taranto la città con il maggior numero assoluto di malattie cancerogene imputabili all’attività lavorativa, seguita da Torino, Napoli, Milano, Genova e Venezia. Nel biennio 2017-2018 il maggior numero di infortuni mortali di lavoratori si registra nella provincia di Crotone (6,3 ogni mille) e, a seguire, nelle province di Isernia (5,9‰) e Campobasso (4,7‰).


Taranto

Secondo la ricerca il 70 per cento dei tumori denunciati nel tarantino è correlato al settore metalmeccanico. Tra i lavoratori impiegati nello stabilimento dell’ex Ilva di Taranto si registra il 500 per cento di casi di cancro in più rispetto alla media della popolazione generale della città, non impiegata nello stabilimento. 


È questa l’ultima stima, pubblicata nel 2018, dell’Osservatorio nazionale amianto (Ona), a conferma del dato allarmante diffuso oggi dall’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro. Anche secondo i dati Ona, Taranto rappresenta un’emergenza con il 50 per cento di tumori in più registrato pure tra gli impiegati dello stabilimento ex Ilva, che sono stati esposti solo in modo indiretto.  

Incidenti sul lavoro: Taranto e Torino prime per tumori e decessi foto 1

Ansa |Proteste e manifestazioni a Taranto contro lo stabilimento dell’Ilva, 2016

Un quadro preoccupante, quello relativo a Taranto in particolare, confermato pure dall’ultimo rapporto Sentieri dell’Istituto superiore di sanità, che prende in esame i dati relativi a 45 siti di interesse nazionale e regionale per le bonifiche, inclusa Taranto. Chi vive nei siti contaminati, rileva il Rapporto, ha infatti un rischio di morte più alto del 4-5% rispetto alla popolazione generale. E questo, in un periodo di 8 anni, si e’ tradotto in un eccesso di mortalità pari a 11.992 persone, di cui 5.285 per tumori e 3.632 per malattie dell’apparato cardiocircolatorio. Vivere in siti contaminati comporta anche un aumento di tumori maligni del 9% nella fascia di età tra 0 a 24 anni. 

Puglia

L’Osservatorio stima che in Puglia ci siano «circa 5 mila i morti causati o concausati dall’esposizione all’amianto nel periodo 1993/2015». Dunque circa 220 l’anno, per le sole patologie asbesto correlate. E statisticamente i tumori polmonari sono circa il doppio dei mesoteliomi, a cui vanno aggiunte le altre patologie causate dalla diossina e dagli altri inquinanti. 

Per la Regione Puglia, rileva l’Ona, i mesoteliomi ufficialmente registrati sono stati 1.191, nel periodo tra il 1993 e il 2015, pari al 4,4% di quelli registrati nel Paese, nel 67,2 per cento dei casi causati da esposizione all’amianto di tipo professionale.  

I morti per mesotelioma nella città di Taranto tra il 2006 e 2011, sottolinea l’Osservatorio, rappresentano quindi la metà di quelli censiti nell’intera Puglia dal Registro regionale. Centoventuno morti solo di mesotelioma, di cui 99 uomini e 22 donne. Ed ancora: a Taranto, secondo le stime Ona, ci sono 25 casi di mesotelioma l’anno, con un’incidenza superiore di quattro volte ai dati di attesa. 

Torino

Una delle città motori industriali dell’Italia ha registrato nel 2018 ben 152 casi di tumori, finendo al secondo posto dopo Taranto, con 164. Il capoluogo piemontese conserva questo triste primato anche se si considera l’incidenza del numero dei tumori sul totale delle malattie professionali.

Incidenti sul lavoro: Taranto e Torino prime per tumori e decessi foto 2

Ansa |Esposizione contro le morti sul lavoro

Analizzando il numero delle malattie professionali denunciate nel 2018 si distinguono in negativo 9 province (7 delle quali localizzate nel Nord Ovest), che risultano outlier (cioè con valori molto distanti dalla media e superiori al 15%). Queste sono, nell’ordine: Gorizia, che fa registrare il più alto tasso di malattie professionali tumorali nel 2018 (22,5%), e Torino (18,5%).

Analizzando nel dettaglio i settori correlati alle cause tumorali nelle province italiane, il 71% dei lavoratori del settore metalmeccanico sono più esposti al rischio di contrarre un tumore durante l’attività lavorativa. Il macro settore: chimico, petrolchimico, gomma e plastica risulta il secondo correlato all’insorgenza di tumori professionali (12%). Fra le prime 10 province analizzate, l’incidenza dei tumori contratti dai lavoratori di questo macro settore supera la quota de 20% nelle province di Torino (24%) e Milano (22%).

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