Basilicata, un movimento ispirato a Mussolini invade le elezioni comunali. I sindaci: «Siamo preoccupati»

Un nuovo movimento politico si sta muovendo sullo scacchiere nazionale in vista delle elezioni amministrative del 26 maggio. Le loro liste sono zeppe di nomi sconosciuti sul territorio e i cittadini di alcuni piccoli comuni lucani sono preoccupati: qual è lo scopo delle loro candidature?

Undici donne, tutte della provincia di Lecce, si sono candidate alle elezioni comunali di un paesino di 925 abitanti a 250 chilometri di distanza. Il paesino però si trova in un’altra regione, la Basilicata. Il comune è Brindisi Montagna (Potenza) e il sindaco attuale, Nicola Allegretti, non ha ben chiaro il motivo della presentazione di questa lista: «Posso solo immaginare che qualche candidato vorrà godere di un mese di congedo dal lavoro. Ma potrebbero esserci anche interessi economici alle spalle».


Ottanta chilometri più a sud, nel comune di Missanello (548 abitanti) sono dieci i candidati provenienti da Lecce e dintorni. «Verso fine aprile si sono presentati due uomini in Comune con dei documenti. Stavano consegnando la lista per le elezioni ma non aveva mai sentito prima quei nomi». Filippo Sinisgalli, il sindaco in carica, ha chiesto ai due forestieri come mai stessero presentando quella candidatura: «Mi hanno risposto che si trattava di un movimento nato da poco e che stava presentando le liste in molti paesi per farsi conoscere a livello nazionale. Ma nessuno dei cittadini sa chi sono».


L’Altra Italia

«Comandi», ha risposto al telefono Mino Cartelli. È il segretario del Movimento L’Altra Italia e l’abbiamo intervistato per farci raccontare le ragioni del Risiko imbastito dal suo partito in vista delle elezioni comunali del 26 maggio. «Il 5 aprile 2018, dopo le politiche, mi sono detto: non posso lasciare la mia cara Italia in mano ai pentastellati. Per questo ho fondato il movimento». La dialettica del segretario si rifà al ventennio mussoliniano.

Tuttavia, mai sia chiamarlo neofascista: «Il fascismo è un incidente della storia. Noi ci rifacciamo alle radici fasciste ma storicizziamo quel momento. Usiamo quel momento storico come fonte inesauribile di idee e di concetti. Corporativismo, stato sociale del lavoro. Ma se uno mi desse del fascista lo prenderei a schiaffi». Perché? «Perché il fascismo non esiste: è un’idea irripetibile per tanti motivi, primo tra tutti perché manca il leader. Siamo semplicemente nazional-popolari e nazional-rivoluzionari».

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La questione lucana

«Si sono scandalizzati perché i candidati sono esterni al territorio. Lo faccio perché mando uomini di provata fede. Si attengono al nostro slogan, legalità e rispetto», afferma Cartelli. Il partito si è presentato in 38 comuni di 11 regioni diverse: «Il più piccolo dei paesi è Rocca de’ Giorgi, meno di 100 abitanti, il più grande è Lecce. In totale i miei candidati sono circa 2.000», conferma il segretario. Ma il sindaco di Missanello non si capacita: «Sono tutti salentini, sono persone lontanissime dalle nostre problematiche».

Comunque vada, i consiglieri del movimento entreranno per forza di cose nel consiglio comunale: «A Missanello doveva esserci una sola lista candidata, adesso seppur perdessero le elezioni, avranno tre posti all’opposizione nel consiglio. Quando sono venuti a presentare la lista era chiaro che si trattava della prima volta per loro in questo paese: non sapevano come muoversi». «Risiedono lontano, non riesco davvero a immaginarmi che apporto possano dare alla politica di Missanello», conclude il sindaco Sinisgalli.

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Craco, comune di 762 abitanti

Brindisi Montagna, Calvera, Castelmezzano, Cirigliano, Craco, Missanello, San Paolo Albanese, Trivigno sono i comuni dove l’Altra Italia ha presentato una propria lista. Nessuno supera i mille abitanti, «è la legge che ce lo consente, non abbiamo bisogno di raccogliere le firme». Effettivamente, non è richiesta nessuna sottoscrizione per la dichiarazione di presentazione delle liste nei comuni con popolazione inferiore a mille abitanti.

«Ho il dubbio che si possa trattare di un’operazione economica, magari per rivendere il simbolo un giorno. Ma è solo una mia ipotesi», afferma il sindaco di Brindisi Montagna. «Non ci interessa la motivazione economica, a noi interessa l’idea: deve sopravvivere l’idea. Almirante diceva: siamo caduti e ci siamo rialzati semplicemente per passare il testimone. Io l’ho raccolto da Pino Rauti, adesso lo voglio passare agli altri», risponde Cartelli.

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Facebook | Simbolo L’Altra Italia |Facebook | A sinistra, il segretario Mino Cartelli

I dubbi dei sindaci

Il sindaco Nicola Allegretti non capisce come «delle signore residenti nella provincia di Lecce nate nel 1930 e 1938 possano impegnarsi per la politica di un comune lucano così distante», e si chiede anche come mai siano tutte donne in lista. «Qual è il problema se sono tutti uomini e donne del leccese? – replica Cartelli – Oltre alla provata fede, la scelta di candidare dei forestieri è giustificabile perché possano svolgere il loro mandato in maniera esemplare, senza avere attacchi dagli esterni e influenze da parte di parenti e amici del posto. Solo una parte poi sono uomini delle forze dell’ordine. Ma non capisco il cuore del problema, dov’è la libertà di espressione tanto decantata dalle sinistre?».

Poi Cartelli si rivolge direttamente al sindaco: «A Brindisi Montagna abbiamo candidato tutte donne. Perché tutte donne? Perché quando faccio le liste mi diverto. Ho presentato quattro liste di sole donne, due in Basilicata (Brindisi Montagna e Castelmezzano), una in Lazio e l’altra in Abruzzo. Tutti parlano di parità di diritti e di doveri, e io allora mi diverto e presento solo donne: noi ce lo possiamo permettere perché siamo figli del popolo».

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Facebook | Il segretario Mino Cartelli al centro

E nel resto d’Italia?

«Abbiamo presentato tre liste nella provincia di Macerata. Questo ha destato un po’ di preoccupazione. Voglio rassicurarli: non c’è nessun secondo fine. Le nostre liste sono fatte da donne e uomini liberi, composte tenendo presente tutte le categorie sociali. Qualcuno si è lamentato per la 91enne di Ruffano (Lecce) candidata a Cessapalombo (Macerata), altri perché abbiamo candidato uomini delle forze dell’ordine. Non capisco qual è lo scandalo se rappresentiamo tutte le categorie sociali», spiega Cartelli.

Il caso dei candidati salentini nelle Marche ha preoccupato residenti e politici del posto. I comuni in cui L’Altra Italia si è presentata sono tre minuscoli centri della provincia di Macerata: Cessopalombo, Camporotondo di Fiastrone e Poggio San Vicino. Angelo Sciapichetti, assessore regionale delle Marche, ha sollevato la questione prima con un post su Facebook e poi interpellando Jolanda Rolli, prefetto di Macerata: «Visto che per la ricostruzione post terremoto si parla del cantiere più grande d’Europa, dobbiamo essere molto vigili e non abbassare la guardia. Il nostro è un territorio sano che deve rimanere tale e al riparo da qualsiasi fenomeno». Per il segretario di L’Altra Italia, che ha annunciato azioni legali, i vari politici locali «temono che andiamo a intaccare i loro regni».

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Facebook | Il post dell’assessore Angelo Sciapichetti

Il programma del movimento

«Come diceva Mussolini, governare l’Italia dev’essere un onore, non un onere per lo Stato – dice Cartelli per giustificare il dispendio di energie nel candidarsi in queste micro-realtà italiane – Ci rifacciamo alle idee almirantiane: se si parla di “Dio, patria e famiglia” non c’è nessuno più a destra di noi. Se si parla di Stato sociale e corporativismo non c’è nessuno più a sinistra di noi. Ideologicamente siamo la terza dimensione in alto al centro».

Il partito è nato e registrato a Roma, ma il nocciolo duro dei suoi militanti proviene dal Salento: «Abbiamo 50 mila iscritti al momento, ma stiamo crescendo». Nel raccontare il logo, Cartelli dice che «il simbolo rimanda alla vecchia fiamma del Mis, Movimento Idea Sociale, aperta a mo’ di aquila imperiale».

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Facebook | Simbolo L’Altra Italia

Mussolini e l’Europa

Ma quali sono i temi caldi su cui si fonda il partito? «Noi siamo per l’Europa dei popoli, delle culture e delle tradizioni. E no per l’Europa dei burocrati, l’Europa delle banche, l’Europa degli euro. Che in fin dei conti il primo a parlare di Europa è stato proprio Benito Mussolini – sostiene Cartelli – Diciamo no alle coppie di fatto, alle coppie gay. La famiglia tradizionale deve essere salvaguardata. Siamo per il popolo sovrano, ma non siamo sovranisti come la Lega».

Poi conclude Cartelli: «Tutte le liste che abbiamo iscritto alle elezioni e tutti i candidati sindaci hanno sottoscritto lo stesso identico programma, che poi è lo statuto del movimento» e ci ha mandato su Whatsapp lo statuto di L’Altra Italia:

  • Difesa della cultura e delle tradizioni popolari;
  • Difesa della vita in ogni sua forma e specie e condizione (no all’aborto, no all’eutanasia, no al fine vita assistito, no al testamento biologico);
  • Difesa della famiglia tradizionale (no alle coppie gay, no alle coppie di fatto, no alle adozioni per le coppie gay);
  • Salvaguardia delle frontiere nazionali (stop immigrazione clandestina; rimpatrio assistito e coatto dei clandestini);
  • Difesa della Nazione Italia, una ed indivisibile;
  • Costituzione di un’Europa dei Popoli, delle Culture e delle Tradizioni (no ad un’Europa delle banche e degli eserciti);
  • Difesa in Italia ed in Europa delle comuni radici cristiane;
  • Difesa dello Stato Sociale ed una sua realizzazione attraverso l’alternativa corporativa;
  • Aumento delle pensioni minime;
  • Aumento e certezza delle pene per i reati di allarme sociale;
  • Castrazione chimica e ergastolo per i reati di violenza sulle donne e sui bambini;
  • Semplificazione della burocrazia;
  • Gemellaggio con comuni sparsi in Italia che hanno culture e tradizioni popolari simili od uguali;
  • Riduzione delle tasse ed esenzione totale per le famiglie con disabilità.

Ma nel programma, sulle criticità dei piccoli comuni della Basilicata e italiani, non c’è scritto nulla di specifico.

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