Oggi le stime di Bruxelles sull’Italia. Il rischio è una mazzata da 93 mld

Dazi, Pil, spread e manovra: queste quattro variabili rischiano di azzoppare l’economia del nostro Paese. E le crisi geopolitiche come la Brexit rendono l’economia italiana più che traballante

Non c'è più spazio per annunci, slogan e propaganda: la Commissione europea presenta il conto che l'Italia dovrà pagare nei prossimi due anni:92,9miliardi di euro. Non è uno scherzo: le politiche economiche del governo Lega-5Stelle e le condizioni macroeconomiche espongono il nostro Paesea delle turbolenze che potrebbero spezzare definitivamente la crescita,visto che lafisiologica fase di ripresa post-crisi è quasi esaurita.


Come riportato da Repubblica, le stime economiche che Bruxelles deve inviare all'Italia il 7 maggio sono tutt'altro che positive. Benché mitigate dalla cautela necessaria per le imminenti elezioni europee, l'Italia si troverà ad affrontare un periodo nero per la sue economia. Dazi,Pil, spreade manovrasono le quattro variabili che rischiano di azzoppare il nostro Paese.


Terremoto dei dazi

Un primo assaggio di tasse sulle esportazioniimposte dagli americani per le merci europee è arrivato già la scorsa estate. Da allora i dazi ci sono costati circa 1,7 miliardi di euro.Con l'inasprirsi della politica protezionistica di DonaldTrump, secondo una stima di Confindustria, il conto per l'Italia potrebbe salire fino a 8 miliardi e mezzo nel 2021. Se gli Stati Uniti decidessero di applicare i dazi nei confronti dei Paesi europei, il Pil italiano perderebbe mezzo punto percentuale in due anni.

Pilin frenata

L'incertezza sui rapporti commerciali, insieme agli shock politici come l'eventuale Brexit, sono un freno naturale per gli investimenti nelle aziende. L'economia reale rallenta e, di conseguenza, il Pil ne risente. Nell'ultimo trimestre, l'Italia ha fatto registrare una crescita dello0,2%, il che ha segnato l'uscita del Paese dalla recessione tecnica. Ma non va dimenticato che quella percentuale corrisponde alla metà della media dell'Eurozona. Mentre il rapporto debito/Pil continua ad avvicinarsi pericolosamente al 133%, un rallentamento del commercio mondiale e una riduzione dell'export potrebbero spegnere definitivamente la già flebile fiamma della crescita.

Spread in rialzo

L'alto debito pubblico, il Pil che cigola, le imprese che stentano a investire: fattori che fanno allargare quella forbice tra i rendimenti dei nostri titoli di stato e i Bund tedeschi. E gli interessi che andremo a pagare sui Btp, visto che in questo momento di incertezza il mercato effettua compravendite solo in cambio di un sostanziale profitto, ulteriorimacigni sui conti futuri. Ma con lo spread Btp/Bund così elevato, salgono anche i tassi bancari e per le aziende l'accesso al credito diventa sempre più difficile. Per adesso lo spread viaggia intorno a 260 punti, se salisse di un centinaio il costo per le casse dello Stato nei prossimi due anni sarebbe di circa 8 miliardi e mezzo.

Manovra: Iva e flat tax

Una delle preoccupazioni maggiori della Commissione europa riguarda direttamente le azioni del governo italiano. L'esecutivo ha più volte promesso che non ci sarà un innalzamento dell'Iva, ma per scongiurarlo servono circa 23 miliardi di euro. A questi vanno aggiunti circa 10 miliardi per rispettare i parametri di Bruxelles e, se fosse adottata la flat tax, la cifra per il 2020 si avvicinerebbe ai 45 miliardi. Per le stesse ragioni, la Corte dei Conti prevede un'uscita di 30 miliardi per il 2021. Questo carico, considerando le azioni governative, potrebbe essere limato per l'intero biennio a circa 63 miliardi. Una cifra insostenibile avendo un Pil che galleggia di poco sopra allo 0%, con la paura delle limitazioni al commercio e gli scossoni geopolitici che si stagliano minacciosiall'orizzonte.