Ipsos: 4 italiani su 5 temono il disastro ambientale, cresce l’allarme plastica

Aumenta la consapevolezza delle sfide ambientali e climatici a cui va incontro il mondo. Sarà forse l’effetto di Greta Thunberg e del movimento studentesco Fridays for Future?

Cresce tra gli italiani la preoccupazione per l'ambiente e per l'impatto dei rifiuti di plastica sul nostro ecosistema. A dirlo è l'Ipsos, che in un recente studio – il primo sulla plastica – lancial'allarme. O meglio, fa il punto su l'allarme rifiuti per il quale gli italiani mostrano una spiccata sensibilità.


Mentre in Europa si fanno strada i movimenti ambientalisti, come Fridays For Future e Extinction Rebellion, la maggioranza dei cittadini italiani non sembra essere indifferente al tema. I dati Ipsos parlano di una crescente consapevolezza dei temi ambientali (+65% in4 anni). L'80 percento degli italiani si dichiara convinto di essere alle soglie di un disastro ambientale.


Una percezione che rispecchia la verità scientifica: secondo gli scienziati dell'Intergovernmental panel on climate change, ci rimangono 12 anni di tempo per evitare che le temperature terrestri superino la soglia di 1,5 gradi centigradi in più rispetto ai livelli degli anni '90 e, così facendo, portino a un'estremizzazione del clima che potrebbe avere conseguenze radicali e insanabile per la vita sul pianeta.

Tra le paure degli italiani, spicca quella per la plastica: un italiano su due crede che l'allarme plastica sia un problema molto serio. Oltre 1 italiano su 3 ritiene inoltre che sia responsabilità delle aziende offrire delle soluzioni concrete per ridurre l'uso della plastica nelle confezioni vendute. Considerazioni che pesano anche sulle proprie abitudini di consumo: oltre la metà (il 53%) dichiara di acquistare prodotti realizzati con materiali riciclati.

Lo smaltimento della plastica è attualmente parte di una tratta globale che vede la maggioranza dei rifiuti spediti in Paesi del sud-est asiatico, soprattutto verso il Vietnam, la Malesia e la Thailandia. Il 10 maggio, in sede alle Nazioni Unite 180 Paesi – quasi la totalità nel mondo ma con la nota eccezione degli Stati Uniti- hanno deciso di implementare nuove regole in materia. D'ora in avanti i paesi esportatori di plastica dovranno ottenere l'assenso dei Paesi di destinazione per l'invio di alcuni tipi di plastica, di difficile smaltimento.

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