Le «vie della plastica»: l’Italia ne esporta 197 mila tonnellate che non riesce a smaltire

Anche l’Italia è un Paese esportatore di rifiuti di plastica: ben 197 mila tonnellate nel 2018, circa il 2,25% del totale mondiale. Senza poi tener conto dell’attività di esportazione e di smaltimento sommersa, in mano alla criminalità organizzata

Lunghe fila di container che collegano porti europei con l’Asia. Non si tratta del progetto delle nuove vie della seta, la rete infrastrutturale progettata da Pechino per collegare la Cina con l’Europa e il subcontinente indiano, ma delle “vie della plastica”: una rete di collegamenti per lo smistamento dei rifiuti di plastica prodotti nelle maggiori economiedel mondo, ma riciclati altrove.


Fino a pocotempo fala maggioranza veniva mandata in Cina, appunto. Ma da quando, nel novembre del 2018, il gigante asiatico ha chiuso le proprie frontiere a 24 tipi di rifiuti, i produttori, tra cui l’Italia, hanno dovuto trovare nuove destinazioni.


L’Italia: qualche dato

Tra gli esportatori di plastica c’è anche l’Italia, all’11esimo postosecondo un nuovo rapporto di Greenpeace. Nel 2018, l’Italia ha mandato a smaltire oltre ai propri confini circa 197 mila tonnellate di plastica, circa il 2,25% del totale mondiale. Non certo quanto i maggiori esportatori – gli Stati Uniti sono a quota 16,5%, mentre il Giappone al 15,3%.

Le «vie della plastica»: l'Italia ne esporta 197 mila tonnellate che non riesce a smaltire foto 1

Greenpeace|

Le nuove vie

Dopo l’uscita di scena di Pechino, le esportazioni di plastica sono state indirizzate soprattutto verso il Vietnam, la Malesia e la Thailandia fin quando i governi di questi Paesi non hanno, come la Cina, applicato nuove restrizioni. Al loro posto sono subentratil’Indonesia e la Turchia chesecondo il rapporto di Greenpeace, sono attualmente in cima alla vetta della graduatoria di Paesi importatori.

I rifiuti dell’Italia non vengono smaltiti soltanto in Paesi extracomunitari: Austria, Germania, Francia, Svizzera,Spagna, Slovenia, Romania e Ungheria figurano tra le destinazioni. Sui Paesi dell’Est Europa potrebbe estendersi l’ombra della criminalità organizzata, che sfrutterebbero le regole meno stringenti.Al primo posto, per numero di rifiuti esportati dall’Italia, all’interno della Comunità europea,c’è la Germania, seguita dalla Francia e dalla Slovenia. Romania e Ungheria invece sono rispettivamente al sesto e settimoposto.

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