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Mare Jonio, la procura di Agrigento non convalida il sequestro preventivo

13 Maggio 2019 - 13:41 Redazione
Fonti del Viminale avevano annunciato il sequestro preventivo della nave della ong per «favoreggiamento dell'immigrazione clandestina». La procura incaricata non ha però convalidato tale fermo, disponendo invece un sequestro probatorio

Nella mattina del 10 maggio la ong Mediterranea Saving Humans aveva annunciato su Twitter che «la Mare Jonio, con a bordo le 30 persone salvate nel tardo pomeriggio di ieri a 40 miglia dalle coste libiche, è entrata acque territoriali italiane.È stata raggiunta da due unità della guardia di finanzaper un “controllo di polizia”», richiedendo di attraccare in un porto sicuro in Italia.

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«Nessun approdo per le navi dei centri sociali», aveva immediatamente tuonato il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il Viminale aveva annunciato che la Mare Jonio sarebbe stata sequestrata «per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina».

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Depositati gli atti, tuttavia, la procura di Agrigento non ha convalidato il sequestro preventivo dell’imbarcazione che ha portato in salvo 30 migranti, tra cui una bambina di un anno. In una nota ufficiale, la ong Mediterranea ha reso noto che la procura agrigentina ha respinto l’ipotesi di sequestro preventivo, diversamente da quanto annunciato dal Viminale, disponendo invece un sequestro probatorio, volto ad accertare i fatti e a verificare se durante il salvataggio siano stati compiuti reati.

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«È un aspetto importante – si legge nella nota ufficiale della ong – perché Guardia di Finanza, su input del Viminale, intendeva usare il “preventivo” per bloccare la Mare Jonio “ed impedirgli definitivamente di reiterare il reato”». «Da leggersi in questo senso anche la scelta di iscrivere nel registro degli indagati solo il comandante e il Capo missione, e non l’intero equipaggio, come pretendeva il Viminale», puntualizza lo staff di Mediterranea.

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La nota si conclude con una dichiarazione di completa disponibilità a collaborare con le autorità competenti al fine di «fornire ogni elemento utile per accertare la verità» da parte dei membri dell’equipaggio e dell’organizzazione non governativa, «certi di avere sempre rispettato il diritto e i diritti, oltre che la dignità della vita umana».Il tutto «al contrario di chi, da posizioni istituzionali, si rende complice della morte in mare o della cattura e della deportazione di donne uomini e bambini verso i lager di un paese in guerra come la Libia».

Foto copertina @RescueMed / Twitter | Il salvataggio dei migranti da parte dell’equipaggio della Mare Jonio

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