Cdm da resa dei conti in due tempi. Conte: «Grave mettere in dubbio la mia imparzialità»

Sono due le riunioni convocate: quella delle 16.00 è durata meno di mezz’ora. L’altra inizierà a partire dalle 20.30, dopo che il presidente del Consiglio sarà tornato da Norcia

Quello che c’è all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri del 20 maggio è solo un accenno dei temi più divisivi tra Lega e 5 Stelle: «Inizio dell’esame» del decreto Sicurezza-bis di Salvini e quello sulla Famiglia di Di Maio.


Insomma, nessuna decisione definitiva sarà presa su questi due temi prima delle Europee; ma la riunione a Palazzo Chigi somiglia sempre più a una resa dei conti anche sul ruolo di Giuseppe Conte. Sono due le riunioni convocate: una alle 16.00 e durata meno di mezz’ora. L’altra a partire dalle 20.30, dopo che il presidente del Consiglio sarà tornato da Norcia.


Sono undici i punti all’ordine del giorno del vertice a Palazzo Chigi, con l’ultimo che è «varie ed eventuali». A Roma potrebbe non rientrare in tempo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giorgetti, che dal mantovano ha ribadito le sue perplessità sull’imparzialità del premier.

Parole che già questa mattina, sommate alla diretta Facebook di Salvini sul caso Sea Watch, avevano provocato la reazione di Conte: «Se si mette in dubbio l’imparzialità e l’operato del presidente del Consiglio si mette in discussione anche l’azione di governo e allora bisogna farlo in base a percorsi chiari e trasparenti.

Le sedi ufficiali sono innanzitutto il Consiglio dei ministri e in prospettiva anche il Parlamento. Non possiamo accettare allusioni, insinuazioni affidate alla stampa con una mezza intervista, un mezzo video su Facebook. Chi lo fa se ne assuma conseguentemente la responsabilità».

«Il premier è indicato dai 5 stelle. Non è mica un’offesa. Non è una cosa negativa. Il presidente della Repubblica è super partes. Ciascuno di noi – ha sottolineato il numero due della Lega – rappresenta qualcuno».

E poi ha “suonato” l’ultimatum al governo, come aveva già fatto recentemente: «Per stare al governo serve pazienza e moderazione. Noi pazientiamo, sopportiamo ma dal 26 maggio, finita la campagna elettorale, o ci si mette a lavorare seriamente con affiatamento oppure ognuno a casa sua. Senza polemica».

Nel pomeriggio, il leader del Carroccio che non ha partecipato alla prima riunione a Palazzo Chigi, ha dato qualche riferimento numerico sul traguardo minimo per la Lega a Bruxelles. «Cinque anni fa alle Europee abbiamo preso il 6%, l’anno scorso alle politiche il 17%. Dunque tutto quello che c’è dal 17%, dal 20% in su vuol dire che gli italiani ci stanno apprezzando» ha detto il ministro dell’Interno Salvini al Forum Ansa.