Il modello M5S dietro al successo del partito della Brexit

Nigel Farage, l’ex leader dello UKIP, ha fondato di recente il partito della Brexit. In pochi mesi la nuova formazione politica ha scalato i sondaggi. Un successo ricalcato sull’esperienza del movimento fondato da Gianroberto Casaleggio

Un viaggio a Milano nel 2015. L’incontro con Gianroberto Casaleggio «il genio dietro al Movimento 5 Stelle». Così Nigel Farage, il padre della Brexit, descriveva quattro anni fa l’uomo dietro al successo del M5S.


Con lui, su quel volo per Milano, c’era anche Raheem Kassam, suo consigliere da lungo tempo. Non certo un viaggio di piacere quello che il leader dell’Ukip, il partito populista ed euroscettico britannico, aveva organizzato nel bel Paese.


Dietro a quell’incontro insolito c’era uno scopo ben preciso: comprendere le cause del successo di un partito che in pochi anni era riuscito a sfidare l’establishment politico italiano e ad arrivare in Parlamento con il 25% dei consensi nel 2013. La storia del lungo rapporto tra Farage e la Casaleggio è raccontata dal The Guardian che ha ripercorso la scalata dei due partiti in questi anni.

Quello che colpì Farage a Milano fu la capacità di Casaleggio di usare i social media e internet per creare un nuovo modello di comunicazione politica. Con la piattaforma web del Movimento i suoi membri potevano discutere e votare decisioni politiche da adottare nonché nominare ed eleggere candidati.

Un modello partecipativo che permetteva ai suoi sostenitori di credere che l’identità del Movimento fosse nata genuinamente dal dibattito online: un movimento organizzatosi spontaneamente dal basso che Farage voleva emulare.

Il modello Grillo

«Preferirei passare 20 anni a parlare alle persone negli auditorium delle città o baserei la mia propaganda sul modello Grillo? So esattamente cosa farei», commentava così Farage nel 2015 ai professori Matthew Goodwin e Caitlin Milazzo il suo viaggio a Milano.

Nel capoluogo lombardo si diede forma a una nuova alleanza populista, in cui gli strumenti digitali furono usati in maniera demagogica per indirizzare movimenti di massa. ù

«Finché ti piacciono, finché sei un loro sostenitore, finché li segui, non hanno bisogno di rispondere di quello che fanno», dichiara al The Guardian Paolo Gerbaudo, un sociologo italiano del King’s College London. «Quello che questi movimenti forniscono ai loro membri è una finta partecipazione».

Ansa/ Davide Casaleggio durante ”Sum#03, capire il futuro”, organizzato da Casaleggio nel terzo anniversario dalla scomparsa del padre, Ivrea, 6 aprile 2019

Da quell’incontro il modello online aveva attirato anche Farage che nel marzo del 2019, tre mesi dopo aver lasciato lo Ukip, suo partito per 25 anni, ha lanciato il Brexit Party.

Con un portale online ben costruito, paragonato a quello degli altri partiti britannici, Farage promette di restituire la democrazia alle persone. I sostenitori possono proporsi come candidati attraverso il sito web. Come il M5S, il Brexit Party è registrato come un’azienda, proprio come la Casaleggio associati, con l’intento di riportare la politica tra la gente attraverso un sistema decisionale che parte dal basso ma controllato ai vertici da Farage.

Dallo Ukip al Partito della Brexit

«Il Brexity Party è la copia carbone del Movimento Cinque Stelle», sostiene Arron Bank, un sostenitore e collaboratore di Farage. «Quello che il M5S ha fatto, e quello che il Brexit Party sta facendo, è avere una struttura centrale altamente controllata, quasi come una dittatura».

La pagina Facebook del Brexit Party, nato poco più di due mesi fa, ha già 120 mila membri, quasi cinque volte in più di Change Uk, il partito a favore della permanenza del Regno Unito nella Ue. «Sono rimasto molto affascinato dalla crescita del M5S», ha dichiarato Farage in una recente intervista al The Telegraph, aggiungendo: «Guarda cosa abbiamo fatto in sole quattro settimane, stiamo facendo la stessa cosa del Movimento».

Ma l’idea di democrazia diretta “rubata” a Casaleggio per Farage si limitava a una crociata per un’uscita dall’Unione Europea attraverso il referendum del 2016. La principale cosa che i due partiti sembravano avere in comune era una predilezione per una retorica contro l’establishment.

Ansa/ Il leader del Brexit Party Nigerl Farage durante un tour per la campagna elettorale in vista delle europee. Sunderland, Inghilterra, 11 maggio 2019

Entrambi i partiti hanno scalato l’asticella dei consensi incolpando il sistema per la crisi economica e la disoccupazione e hanno capitalizzato sulla sfiducia dei cittadini nei confronti della vecchia classe politica.

«Il modo in cui Casaleggio vedeva lo scambio online con i cittadini e come il M5S ha guadagnato voti è molto simile al percorso di Farage», afferma Claudio Messora che incontrò per la prima volta Casaleggio nel 2008.

Sia Casaleggio che Grillo nel corso degli anni si sono scambiati complimenti a vicenda. «È un oratore straordinario, un vero euroscettico», diceva Grillo di Farage in un’intervista alla CNBC nel 2013. David Cameron aveva da poco promesso un referendum sull’Europa, assecondando la lunga campagna di Farage per un’uscita dall’Eu.

«A me questa sembra una vera democrazia», aveva ribadito Grillo. «All’inizio era un movimento di protesta ma da quello che vedo si sta sviluppando in una narrativa, una storia che è molto, molto euroscettica», dichiarava Farage qualche mese più tardi riguardo al comico italiano.

La piattaforma Rousseau

Quando Farage e Kassam visitarono la Casaleggio Associati nel 2015, Casaleggio e suo figlio Davide erano impegnati ad aggiornare la piattaforma online del movimento in un sistema più avanzato chiamato Rousseau, che avrebbe permesso ai membri di proporre leggi, dibatterle e modificarle online.

Tra le elezioni europee del 2014 e le elezioni generali del Regno Unito nel 2015, «stavamo creando masse e masse di dati», ha detto Kassam di Ukip: dalle persone che si erano iscritte attraverso il sito web e attraverso i suoi crescenti social media.

ANSA/ Il co-fondatore del M5S Beppe Grillo esce da un hotel a Roma mostrando un cuore di plastica, 20 febbraio 2019

Kassam sostiene che Farage intendeva affidargli la gestione di una nuova piattaforma digitale, Ukip4M.com, che regolarmente ha fatto un sondaggio sulle richieste dei membri, dando loro più voce in capitolo incoraggiando gli elettori a trasformarsi in attivisti. Un progetto che non andò mai in porto viste le fratture all’interno del partito.

Ma nella totale incuranza dei partiti inglesi rispetto allo strumento di internet, Farage capì che c’era spazio per un nuovo movimento, portando così la richiesta di referendum online attraverso la campagna Leave.EU.

Il successo via web della Brexit

Dalla sua nascita il Partito Brexit ha attirato più di 100mila sostenitori i quali hanno donato in media 25 sterline ciascuno. Farage ha sostenuto che le donazioni volontarie costituiscono la maggioranza dei finanziamenti del partito.

Le donazioni al Movimento 5 Stelle vanno invece a un’associazione privata diretta da Davide Casaleggio; allo stesso modo, le donazioni al Partito Brexit vanno a una società privata.

«Produrremo una politica sulla base di ciò che pensano i nostri sostenitori».
In un altro momento, Farage ha dichiarato al pubblico: «Questo sarà il partito politico più aperto che tu abbia mai visto in Gran Bretagna».

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