Bocciata mozione «anti-discriminazioni» a Varese. Maroni junior attacca la Lega (e Fi)

Il documento avrebbe impegnato il presidente della Provincia a condannare qualunque forma di discriminazione di genere. «Per qualcuno ci sono cittadini di Serie A e di serie B», dice Fabrizio Maroni

Una mozione contro le discriminazioni di genere proposta dai Civici e democratici di Varese e respinta da Lega e Forza Italia diventa anche una nuova ragione di scontro nella famiglia Maroni, dopo che l’esponente di centrosinistra Fabrizio Maroni ha attaccato la Lega di cui suo padre Roberto Maroni fu segretario. La mozione avrebbe impegnato il presidente della provincia di Varese Emanuele Antonelli a condannare qualunque forma di discriminazione basata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, a incentivare programmi nelle scuole e a promuovere iniziative di contrasto alla cultura delle differenze, come il Varese Pride. Maroni junior, 21 anni, studente di Scienze politiche attacca Lega e Forza Italia che hanno respinto la mozione: «Per qualcuno ci sono cittadini di Serie A e di serie B».


«La Lega ha giustificato il suo no dicendo che loro sono a favore della famiglia tradizionale cristiana – ha spiegato il proponente Giacomo Fisco – e che ognuno è libero di vivere la propria sessualità in maniera discreta e ordinaria».


«Insomma, dei 187 casi di quest’anno di discriminazione (in aumento del 30% rispetto al 2018) – ha proseguito Fisco – all’amministrazione leghista della provincia di Varese non interessa nulla». «Per me, la battaglia dei diritti rimane una priorità – ha concluso Fisco – Per questo, non molleremo di un centimetro». Nel chiudere il suo post, il giovane ha dato appuntamento al Varese Pride, in programma per sabato 15 giugno, definendo la questione «una battaglia più che mai attuale». Fabrizio Maroni – che è entrato in consiglio comunale dopo che alle amministrative ha ottenuto il maggior numero di preferenze nella lista civica che ha sostenuto la vittoria del candidato sindaco Pd Giuseppe Licata – nel corso di una intervista a Open aveva detto: «Mio padre mi rinnegherebbe soltanto se tifassi per l’Inter», lasciando così intendere che il rapporto tra i due è buono nonostante le profonde differenze di vedute politiche.