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Salvini presenta il conto ai 5 Stelle e non va al Cdm: «Non ho il dono dell’ubiquità»

Matteo Salvini e Luigi Di Maio
Matteo Salvini e Luigi Di Maio
Tav, condono e sospensione del Codice degli appalti. La sfida per Luigi Di Maio è quella di mantenere fede ai principi 5 Stelle senza essere schiacciato dagli alleati di governo

«Come faccio? Sono qui e non posso stare in due posti contemporaneamente»: queste le parole di Matteo Salvini in uscita dall’aula del Senato per il Question Time. Il suo intervento dura circa 8 minuti e poco dopo sarebbe cominciato il consiglio dei Ministri, il primo dopo le elezioni europee. Il capo politico M5S è già a Palazzo Chigi, il leader della Lega ha convocato invece i giornalisti a Palazzo Madama per una conferenza stampa.

Le lancette scorrono e il Cdm previsto alle 15.30 dura pochissimo: si decidono solo alcune leggi regionali. Nessuna traccia del decreto Sicurezza-bis né di quello per le Famiglie, promossi dai due leader prima del voto del 26 maggio che ha sancito il 34% della Lega rispetto al 17% del M5S.

Sospensione del codice degli Appalti

Il segretario leghista, che ha accettato rapidamente le dimissioni di Rixi «per tutelare il governo e per tutelarlo da un massacro mediatico», passa all’attacco. Le modifiche che il Carroccio ha proposto al decreto Sblocca-cantieri – da approvare al Senato entro questa settimana – vanno a incidere sul codice degli Appalti: «Siamo per la sospensione per due anni del Codice appalti e per il rispetto della normativa europea vigente. Mi auguro che che non ci siano preclusioni politiche né dalle opposizioni né dalla maggioranza a sbloccare i cantieri», dice Salvini in conferenza stampa.

Tav opera «vantaggiosa»

Poi un’accelerazione sul dossier Tav, già anticipata dopo l’esito delle regionali in Piemonte. «I nostri contatti con Ue dicono possono arrivare buone notizie sugli investimenti, le grandi opere, la Tav. Se la quota di partecipazione di investimento dell’Ue dovesse aumentare fino al 55 per cento sarebbe evidente che diventerebbe vantaggioso completare una opera fondamentale».

Nuovi ministeri?

Da Matteo Salvini non arriva una richiesta diretta per sostituire alcuni ministri, ma con le dimissioni di Siri e Rixi il ministero delle Infrastrutture resta tutto in mano ai 5 Stelle con Danilo Toninelli. Per il ministro dell’Interno «è chiaro che su alcuni settori ci sono problemi perché per difendere l’ambiente non puoi bloccare un intero Paese.

I militari meritano copertura politica totale: ho come avuto l’impressione che non tutti si siano sentiti protetti e tagliare gli investimenti sulla difesa è suicida». A questo va aggiunto un riferimento al ministero per gli Affari Europei, carica lasciata libera da Paolo Savona e assunta ad interim dal presidente del Consiglio: «Non avere nessuno che fa il ministro dell’Europa quando l’Europa cambia non fa bene al Paese».

Condono fiscale

Questo tema non viene affrontato durante la conferenza stampa, ma secondo alcune indiscrezioni il partito guidato da Matteo Salvini è pronto a riproporre all’interno del suo pacchetto fiscale, magari anticipando la misura già nel decreto Crescita, la cosiddetta ‘dichiarazione integrativa speciale’, già tentata con la manovra ma poi saltata per la contrarietà del Movimento 5 Stelle. La misura sarebbe riproposta tale e quale, con la possibilità di fare emergere fino a 100mila euro e comunque non oltre il 30% di quanto già dichiarato pagando un forfait del 20%.

L’attesa del Movimento 5 Stelle

Luigi Di Maio aveva incontrato a Montecitorio i neo-eletti al Parlamento Ue, nella giornata in cui sulla piattaforma Rousseau si chiede agli iscritti una conferma il suo ruolo di capo-politico. A pranzo aveva incontrato i ministri Bonafede e Fraccaro per fare il punto dopo la lunga riunione con i parlamentari, finita in piena notte, del 29 maggio.

I 5 Stelle sanno che la Lega vuole accelerare sulla flat tax e che il leader del Carroccio ha detto esplicitamente di non apprezzare la linea ‘dura’ di Alessandro Di Battista: la sfida è quella di mantenere fede ai principi 5 Stelle senza essere schiacciati dagli alleati di governo.

La giornata di Salvini era iniziata invece con un incontro al ministero dell’Economia per una riunione con Giovanni Tria. Insieme al ministero dell’Interno anche Giancarlo Giorgetti, Massimo Garavaglia, Claudio Borghi e Alberto Bagnai per una riunione sui temi economici definita ‘interessante’ all’uscita.

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