Il dramma di Noa, parla papa Francesco: «Mai abbandonare chi soffre»

La condanna dal mondo cattolico dopo il suicidio della 17enne olandese

Papa Francesco ha dedicato un tweet sulla morte di Noa Pothoven, la 17enne olandese che si è lasciata morire dopo dieci giorni di digiuno e anni di sofferenze psicologiche legate allo stupro subito da bambina. Su Twitter il pontefice parla di eutanasia, per quanto la vicenda sia stata chiarita, come anticipato da Open: «L’eutanasia – ha scritto Bergoglio – e il suicidio assistito sono una sconfitta per tutti. La risposta a cui siamo chiamati è non abbandonare mai chi soffre, non arrendersi, ma prendersi cura e amare per ridare la speranza».


Mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontifica Accademia per la Vita, commentando la morte di Noa Pothoven, ha parlato di una «grande sconfitta dell’intera società, particolarmente della società europea. Pur facendo notizia – ha aggiunto Paglia – è drammatico il fatto che la seconda causa di morte dei giovani in Europa sia il suicidio. Per questo io chiedo un sussulto di responsabilità a tutti, nessuno escluso» ha aggiunto augurandosi, poi, che in Italia non si arrivi mai a questo: «Mi auguro si salga e non si scenda».

«Marco Cappato – ha detto il presidente del Popolo della Famiglia, Mario Adinolfi – atterrito per la piega che prenderebbe il suo caso sull’onda della vicenda Noa che chiarifica la questione dj Fabo, prova a dire che non è stata eutanasia. Vero. È stato aiuto al suicidio. Quello che lui vuole veder depenalizzato per salvarsi dalla galera».

«Questi non sono diritti, questa non è libertà – ha commentato il senatore Simone Pillon – Eutanasia per depressione. Quanto è facile risolvere tutto dicendo sei libera di morire ad una persona depressa. Un mondo privo di umanità che fa passare come “conquiste” delle barbarie. Un mondo in cui la vita non ha più alcun valore. Fermiamo questo salto nel baratro, non c’è via d’uscita in una società sempre più nichilista. Sogno un mondo in cui si possa tornare a dire a chi sta male: la tua vita conta. Non uno Stato che ti incentiva al suicidio».

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