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Ci siamo andati o no? Perché le «opinioni» di Ivo Mej sui «finti allunaggi» sono errate

09 Luglio 2019 - 23:13 Juanne Pili
Le opinioni sono legittime, ma se si accusa la Nasa di mentire sugli allunaggi bisogna dimostrarlo

Dopo l’articolo luna-complottista pubblicato da Ivo Mej nello spazio blog de Il Fatto Quotidiano, dove viene elogiato un film negazionista degli allunaggi delle missioni Apollo, si è accesa una discussione su Twitter tra il direttore del sito Peter Gomez e Paolo Attivissimo, il quale si è trovato assieme alla Nasa al centro delle accuse di «intorbidire le acque della vicenda lunare».

Gomez, pur non condividendo il testo di Mej, sostiene che quelle dell’autore sono solo opinioni, mentre Attivissimo gli fa notare che nel testo sono presenti precise accuse prive di fondamento. Noi ci concentreremo proprio su queste, sottoponendole a un fact checking essenziale.

Fact checking delle affermazioni di Mej sugli allunaggi

Mej usando la formula dell’opinione fa però delle affermazioni piuttosto “tecniche”, anche se per accertarle rimanda alla visione di un film del regista Massimo Mazzucco, autore di altre pellicole pseudoscientifiche, come quelle sul presunto complotto dell’11 settembre 2001, o su cure alternative contro il cancro non riconosciute dalla medicina.

Impossibilità tecnologica

«Sulla Luna non si saremmo mai potuti andare con la tecnologia degli anni 60, tant’è vero che non riusciamo ad andarci neanche oggi».

Per la verità stiamo progettando di tornarci eccome. Non basta però poterlo fare materialmente, occorre anche una volontà politica che attualmente sembra stia tornando in auge. Le tecnologie necessarie c’erano, tant’è vero che hanno ispirato quelle utilizzate oggi, nell’esplorazione spaziale come nella vita di tutti i giorni.

Resta da capire inoltre, come mai la Nasa avesse i mezzi per inscenare gli allunaggi, tanto da prendere in giro persino i Sovietici, ma non per andare davvero sulla Luna.

Stanley Kubrick regista degli allunaggi

«La “teoria del complotto lunare” corrente vorrebbe il regista Stanley Kubrick coinvolto in prima persona dalla Nasa per simulare la conquista della Luna».

Su questo argomento avevamo dedicato un articolo specifico, in occasione dei 51 anni della prima proiezione di 2001 Odissea nello Spazio. In realtà fu Kubrick a rivolgersi alla Nasa e nemmeno lui riuscì a prevedere il fenomeno della “polvere parabolica”: quando realizzò la scena del veicolo che effettua l’allunaggio nei pressi di una base lunare.

La polvere sulla Luna non forma delle nubi – come nel film di Kubrick – ma schizza via descrivendo delle parabole, per via dell’assenza di atmosfera e della ridotta forza di gravità. Un fenomeno piuttosto difficile da realizzare in un set cinematografico.

https://www.youtube.com/watch?v=uWASU88Yj0Q

Immagini realizzate in uno studio fotografico

«Nessuno tra Oliviero Toscani, Toni Thorimbert, Aldo Fallai, Peter Lindbergh e Nicola Pecorini riesce a spiegare la stranezza di tutte quelle immagini degli “allunaggi” se non con la loro realizzazione in uno studio fotografico».

L’assenza di atmosfera genera l’illusione che enormi strutture naturali sembrino vicine e di dimensioni ridotte rispetto a quanto lo sono davvero, come si vede in alcuni filmati della Nasa. 

Questo genere di fenomeni avrebbe richiesto la realizzazione di set cinematografici enormi, dove avrebbero dovuto anche creare il vuoto. Insomma, siamo al paradosso: avrebbero faticato meno andandoci sul serio sulla Luna.

Le micidiali fasce di Van Allen

«Per non parlare di uno degli argomenti principe della impossibilità di arrivare sulla Luna: l’attraversamento delle micidiali Fasce di Van Allen, in grado di “friggere” qualsiasi apparato radio (non parliamo dei corpi degli astronauti)».

Arriviamo a quello che Paolo Attivissimo definì «il tormentone complottista delle fasce di Van Allen». Si tratta di particelle cariche presenti nella magnetosfera le cui problematiche per gli astronauti furono già affrontate e superate durante la missione Apollo 8.

Sono almeno cinquant’anni che esiste una risposta alle ansie dei complottisti sulle “terribili” fasce di Van Allen, ma è difficile trovare delle fonti se non si ha voglia di cercarle.

Gli astronauti non giurarono sulla Bibbia

«L’americano Bart Sibrel, tentò di fare giurare sulla Bibbia Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins di essere davvero stati sulla Luna. Nessuno di loro volle farlo».

Durante la discussione su Twitter con Gomez, Attivissimo fa notare che si tratta di affermazioni imprecise. Alcuni astronauti accettarono senza problemi di giurare sulla Bibbia, per quanto possa valere scientificamente un gesto del genere.  

«Mej ha raccontato solo metà della storia – spiega Attivissimo – Gene Cernan, Alan Bean e Ed Mitchell giurarono sulla Bibbia del complottista. Poi lo cacciarono a pedate. Gli altri si rifiutarono per non dar corda al cretino».

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