Il M5s perde altri pezzi, Galantino se ne va: «Non mi dimetto, sennò entra uno yes man»

Il MoVimento ne sollecita le dimissioni: «Responsabilità grave», ma lui non molla

«Dispiace per Davide Galantino, con questa decisione si assume una responsabilità grave di fronte ai cittadini che lo hanno votato». È con queste dure parole scritte in una nota che il MoVimento Cinque Stelle commenta la decisione del deputato Davide Galantino di passare al gruppo misto di Montecitorio, senza però dimettersi dal MoVimento. 


«Galantino ha la possibilità di dimostrare che non ha intenzione di tradire la fiducia degli elettori – continua la nota – lasci la carica di parlamentare invece di traslocare al gruppo misto». 


Davide Galantino, considerato molto vicino all’ex deputata pentastellata Veronica Giannone, espulsa solo pochi giorni fa assieme alla collega Veronica Vizzini, fa parte di quel gruppo di parlamentari del M5s che non avrebbero restituito i rimborsi, come previsto dal regolamento sottoscritto dai parlamentari eletti nelle fila del M5s. 

«Lascio M5s, ma non mi dimetto: subentrerebbe un altro yes man»

Davide Galantino, però, pur avendo scelto di passare al gruppo misto non intende minimamente abbandonare il M5s. «Lascio il Movimento 5 Stelle ma non ho nessuna intenzione di dimettermi perché al posto mio subentrerebbe un altro ‘yes man’ – spiega il deputato a BisceglieViva – Sono qui per rappresentare i cittadini e la Costituzione tutela il ruolo del parlamentare». 

La decisione di abbandonare sarebbe stata maturata di recente, per motivi personali, anche se il deputato ha lasciato intendere di non gradire il sistema della «messa alla gogna del parlamentare dissidente, chiedendone le dimissioni», ritenendola una «consuetudine forse utile allo scopo di provare a reprimere il pensiero libero». 

«Chi controlla il MoVimento è fuori dal parlamento»

Galantino, in seguito, sbotta e lancia accuse: «Chi controlla il Movimento in realtà è fuori dal parlamento. Il sistema Casaleggio è molto ben collaudato e devo ammettere, con dispiacere, che non dà alcun spazio a tentativi di modifica delle decisioni preimpostate». 

«Io non avevo mai fatto politica prima di aderire al Movimento 5 Stelle. Ho avuto l’unico torto di credere nel cambiamento. Quando sei dentro certi meccanismi ti rendi conto della situazione, resisti, provi ad andare avanti, ma tutto diventa più difficile quando diversi tuoi colleghi sono messi all’angolo, emarginati. Ti chiedi: qual è il progetto finale? Cosa c’è dietro queste espulsioni?», chiosa Galantino. 

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