«Con chi andate a pranzo?» e «Ci dicono applaudite e non parlate»: la denuncia delle deputate espulse dal M5s

«Sono deboli e hanno paura del confronto, per questo invece di confrontarsi cacciano le persone»

Ancora due espulsioni grilline. Il Movimento Cinque Stelle due giorni fa ha cacciato Veronica Giannone e Gloria Vizzini per «ripetute violazioni dello statuto e del codice etico del M5s e dello statuto del gruppo parlamentare del Movimento alla Camera».


La replica di Veronica Giannone

L’espulsione è stata comunicata con un post sul Blog delle Stelle, persino la deputata Veronica Giannone l’avrebbe saputo solo in questo modo. Non una mail, una telefonata o un sms. «Ho pianto molto – ha raccontato la Giannone al Corriere della Sera – è stata la cosa più brutta che potesse capitarmi. […] Ti attaccano sul privato, ti costringono a rispondere di cose che non hai fatto, ti fanno apparire attaccata ai soldi».


L’accusa sullo stipendio

Secondo l’accusa dei vertici grillini, la deputata non avrebbe restituito parte dei compensi da parlamentare al Movimento da ottobre 2018: «Invece di donarli al microcredito – ha detto Giannone – ho versato 6.000 euro a un ente collegato all’ospedale Bambino Gesù, perché un compagno di mio figlio, che ha 7 anni, è ammalato di glioma al cervello».

La versione di Gloria Vizzini

Gloria Vizzini, invece, parla di modalità: «Disumane, ciniche e vergognose» e ha contrattaccato proprio il M5s: «Sa molto di tribunale giacobino da quattro soldi». L’insegnante chiederà «un incontro a porte chiuse con il presidente Roberto Fico». Proprio il presidente della Camera, pochi giorni fa, aveva preso le difese di un’altra parlamentare M5s espulsa, Paola Nungnes.

Vizzini accusa Luigi Di Maio di essersi trasformato in «uno yesman che si è sottomesso a Matteo Salvini». Il M5s, dunque, si è «appiattito sulla Lega» ed è per questo che ha perso consensi in tutta Italia.

Vizzini non risparmia critiche e, al Corriere della Sera parla di «comportamenti illiberali», mentre Giannone si chiede chi comanda nel M5S: «Ma perché il gruppo che sta attorno a Di Maio ha tutto questo potere? Casalino, Dettori, probabilmente anche Casaleggio. E perché non si può esprimere democraticamente il proprio pensiero?».

I parlamentari monitorati

«Sì, costantemente. Ci dicono entrate, state seduti, applaudite, non parlate. Una volta ero a pranzo fuori con un amico e la Comunicazione mi mandò un messaggio per sapere chi fosse» raccontano le due deputate.

E Veronica Giannone non usa mezzi termini: «Il gruppo dirigente è debole e ha paura del confronto, per questo invece di confrontarsi cacciano le persone. Questa cicatrice me la porterò sempre nel cuore».

Le espulsioni e gli abbandoni sarebbero soltanto all’inizio: «Di lamenti ne ho sentiti tanti. Moltissimi colleghi sono insofferenti e mi hanno confessato la tentazione di dimettersi da deputato. Ma ci vuole coraggio» ha concluso la Giannone.

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